Traduzione dei carmi di Catullo: 70-77

Testo e traduzione dei Carmi di Catullo, dal carme 70 al carme 77 (3 pagine formato doc)

Appunto di silveretta13

CARME 70: TESTO E TRADUZIONE

CARME 70 - Nulli se dicit mulier mea nubere malle quam mihi, non si se Iuppiter ipse petat.

dicit: sed mulier cupido quod dicit amanti, in vento et rapida scribere oportet aqua.

TRADUZIONE: Con nessuno la mia donna dice di volersi sposare che con me, neanche se lo stesso Giove lo chiedesse. Dice: ma la donna quel che dice al bramoso amante, occorre scriverlo nel vento e nella acqua corrente.

CARME 71: TESTO E TRADUZIONE

CARME 71 - Si cui iure bono sacer alarum obstitit hircus, aut si quem merito tarda podagra secat. aemulus iste tuus, qui vestrum exercet amorem, mirifice est a te nactus utrumque malum.

nam quotiens futuit, totiens ulciscitur ambos: illam affligit odore, ipse perit podagra.

TRADUZIONE Carme 71: Se ad uno a buon diritto si piantò un maledetto caprone nelle ascelle, o se la lenta podagra mutila uno; (E') questo tuo rivale, che pratica il vostro amore, magnificamente ha ottenuto da te entrambi i mali. Tutte le volte che scopa, altrettante vendica entrambi: affligge lei con l'odore, lui muore di podagra.

CARME 72: TESTO E TRADUZIONE

CARME 72 - Dicebas quondam solum te nosse Catullum, Lesbia, nec prae me velle tenere Iovem. dilexi tum te non tantum ut vulgus amicam, sed pater ut gnatos diligit et generos. nunc te cognovi: quare etsi impensius uror, multo mi tamen es vilior et levior. qui potis est, inquis? quod amantem iniuria talis cogit amare magis, sed bene velle minus.

TRADUZIONE: Dicevi che tu conosci solo Catullo, Lesbia, e per me non vuoi possedere Giove. Ti amai allora non tanto come il volgo un'amica, ma come un padre ama i figli ed i generi. Ora ti ho conosciuto: perciò anche se brucio troppo intensamente, tuttavia mi sei molto più vile e leggera. Come è possibile, ribatti? Perché una tale offesa costringe ad amare di più, e a voler bene di meno.

Carme 72 di Catullo: traduzione e paradigmi

CARME 73: TESTO E TRADUZIONE

CARME 73 - Desine de quoquam quicquam bene velle mereri aut aliquem fieri posse putare pium. omnia sunt ingrata, nihil fecisse benigne immo etiam taedet obestque magis; ut mihi, quem nemo gravius nec acerbius urget, quam modo qui me unum atque unicum amicum habuit.

TRADUZIONE: Smetti di voler ben meritare qualcosa da qualcuno o pensare che uno possa diventare pio. Tutto è ingratitudine; nulla è l'aver agito bene, anzi addirittura infastidisce e nuoce di più; come a me, che nessuno preme più pesantemente e amaramente, quanto adesso chi non mi ebbe come solo ed unico amico.

CARME 74: TESTO E TRADUZIONE

CARME 74 - Gellius audierat patruum obiurgare solere, si quis delicias diceret aut faceret. hoc ne ipsi accideret, patrui perdepsuit ipsam uxorem, et patruum reddidit Arpocratem. quod voluit fecit: nam, quamvis irrumet ipsum nunc patruum, verbum non faciet patruus.

TRADUZIONE: Gellio aveva sentito dire che lo zio era solito sgridare, se uno diceva o faceva cose piacevoli. Perché non gli capitasse, impastò bene la stessa moglie dello zio, e rese lo zio come Arpocrate. Quello che volle, fece: anche se adesso irrumasse lo stesso zio, non farebbe una parola lo zio.

CARME 75: TESTO E TRADUZIONE

CARME 75 - Huc est mens deducta tua mea, Lesbia, culpa atque ita se officio perdidit ipsa suo, ut iam nec bene velle queat tibi, si optima fias, nec desistere amare, omnia si facias.

TRADUZIONE: A tal punto il mio cuore fu ridotto, Lesbia, per colpa tua d essa proprio nel suo dovere s'è distrutta, che ormai non potrebbe né volerti bene, se diventassi ottima, né smettere di amare, se facessi di tutto.

CARME 76: TESTO E TRADUZIONE

CARME 76 - Siqua recordanti benefacta priora voluptas est homini, cum se cogitat esse pium, nec sanctam violasse fidem, nec foedere nullo divum ad fallendos numine abusum homines, multa parata manent in longa aetate, Catulle, ex hoc ingrato gaudia amore tibi. nam quaecumque homines bene cuiquam aut dicere possunt aut facere, haec a te dictaque factaque sunt. omnia quae ingratae perierunt credita menti. quare iam te cur amplius excrucies? quin tu animo offirmas atque istinc teque reducis, et dis invitis desinis esse miser? difficile est longum subito deponere amorem, difficile est, verum hoc qua lubet efficias: una salus haec est. hoc est tibi pervincendum, hoc facias, sive id non pote sive pote. o di, si vestrum est misereri, aut si quibus umquam extremam iam ipsa in morte tulistis opem, me miserum aspicite et, si vitam puriter egi, eripite hanc pestem perniciemque mihi, quae mihi subrepens imos ut torpor in artus expulit ex omni pectore laetitias. non iam illud quaero, contra me ut diligat illa, aut, quod non potis est, esse pudica velit: ipse valere opto et taetrum hunc deponere morbum. o di, reddite mi hoc pro pietate mea.

TRADUZIONE: Se qualche piacere c'è per un uomo che ricorda i precedenti benefici, quando pensa di esser pio, né d'aver violato la sacra fede, ne per alcun patto d'aver abusato della potenza degli dei per ingannare gente, molte gioie ti restano pronte per lungo tempo Catullo, da questo ingrato amore. Qualunque cosa gli uomini possano dire o fare bene per qualcuno, questa è stata detta e fatta da te. Tutto quanto fu affidato a spirito ingrato, è perduto. Perciò perché ancora ti torturerai di più? Perché non ti fortifichi e ti distacchi di là, e non smetti di essere misero, con gli dei contrari? E' difficile deporre improvvisamenteun lungo amore, è difficile, ma questo, come sia possibile, fallo: questa è l'unica salvezza. Questo devi stravincerlo, fallo, o sia impossibile o possibile. O dei, se è vostro compito aver pietà, o se mai offriste estremo aiuto a qualcuno nella morte stessa, me misero guardate e, se ho condotto una vita pura, toglietemi questa disgrazia e rovina, che insinuandosi in me come torpore nel fondo delle membra cacciò da tutto il cuore le gioie. Non chiedo già che lei invece mi ami, o, perché non è possibile, che voglia esser pudica: desidero star bene e deporre questa tetra malattia. O dei, concedetemelo per la mia fede.

CARME 77: TESTO E TRADUZIONE

CARME 77 - Rufe mihi frustra ac nequiquam credite amice (frustra? immo magno cum pretio atque malo), sicine subrepsti mei, atque intestina perurens ei misero eripuisti omnia nostra bona? eripuisti, heu heu nostrae crudele venenum vitae, heu heu nostrae pestis amicitiae.

TRADUZIONE: Rufo, amico mio mai ed invano fidato, (invano? Anzi con che caro prezzo e brutto), così a me misero sottraesti, e bruciandomi le viscere, ahi, rubasti ogni nostro bene? Rubasti, ahimè, ahimè crudele veleno della nostra vita, ahimè, ahimè, rovina della nostra amicizia.