De Brevitate Vitae 2, 1-4: traduzione

analisi, commento e traduzione del testo originale che occupa il decimo libro dei Dialoghi di Seneca (2 pagine formato doc)

Appunto di vdavid
De Brevitate Vitae 2, 1-4: traduzione.
Lo spreco del tempo negli occupati (De brevitate vitae 2, 1-4)
1. Perché ci lamentiamo della natura? Essa si comportò amorevolmente con la vita, che se la si sapesse usare è lunga. Ma uno è posseduto da un’avarizia insaziabile, un altro da una faticosa attività in lavori inutili, uno è imbevuto di vino, un altro è intorpidito dall’inerzia, un altro è affaticato da un’ambizione sempre dipendente dai giudizi altrui, un altro è condotto da una precipitosa voglia si commerciare per tutte le terre e tutti i mari a causa della speranza di guadagno, alcuni sono tormentati da una brama per la guerra sempre volti ai pericoli altrui o preoccupati per i propri.

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Vi sono alcuni che un omaggio non ricompensato per i superiori consumano con una schiavitù volontaria; o la ricerca della bellezza altrui o la cura della propria assorbe molti (mentre in tutta la parte precedente, a dominare è il tempo presente, ora l’autore, attuando una variatio, introduce il tempo passato, utilizzando il cosiddetto “perfetto gnomico” , di derivazione greca, utilizzato generalmente nelle massime, nei proverbi);

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una superficialità volubile e incostante e scontenta di se stessa agita i più che non seguono nulla di preciso attraverso progetti sempre nuovi (Seneca si riferisce alla persona superficiale, senza obiettivi nella vita, sballottata dal desiderio del momento. 

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