Onde dorate: struttura, parafrasi e commento alla poesia di di Giovan Battista Marino

Onde dorate di Giovan Battista Marino: struttura, parafrasi e commento della poesia contenuta nella raccolta La Lira.

Onde dorate: struttura, parafrasi e commento alla poesia di di Giovan Battista Marino
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GIOVAN BATTISTA MARINO

La Lira è la raccolta di poesie di Giovan Battista Marino che contiene la poesia Onde dorate
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Giovan Battista Marino è uno scrittore del Seicento e massimo esponente della poesia barocca in Italia.

La produzione lirica di Marino evidenzia un’attenzione formale che rende la sua poesia elegante e musicale. Marino utilizza giochi di parole basati sull’uso di parole foneticamente simili, metafore e altri artifici retorici.

ONDE DORATE, TESTO

Onde dorate, e l'onde eran capelli,
navicela d'avorio un dì fendea;
una man pur d'avorio la reggea
per quaasi errori preziosi e quelli;

E mentre i flutti tremolanti e belli
con drittissimo solco dividea,
l'or de le rotte fila Amor cogliea,
per formarne catene à suoi ribelli.

Per l'aureo mar, che rincrespando apria
il procelloso suo biondo tesoro,
agitato il mio core a morte gìa.

Ricco naufragio, in cui sommerso ì moro,
poich'almen fur ne la tempesta mia
di diamante lo scoglio e 'l golfo d'oro.

ONDE DORATE, PARAFRASI

I capelli sono come onde dorate, che una navicella d'avorio sta solcando; una mano bianca come l'avorio la conduce attraverso quelle preziose e disordinate ciocche di capelli.

Mentre la navicella crea dei solchi attraverso i capelli, l'Amore raccoglie l'oro di quelli spezzati, per formare catene per coloro i quali non sono abbagliati dalla sua bellezza.

Il cuore del poeta muore alla vista di questo mare dorato, che mostra il suo biondo tesoro.

Il naufragio in cui l'autore sta morendo è prezioso, perché durante la sua tempesta lo scoglio è di diamante e il golfo d'oro.

ONDE DORATE, COMMENTO

La poesia "Onde dorate" è contenuta nella raccolta La Lira. La tecnica, elemento centrale della poesia barocca, emerge nella poesia, dove l'intero componimento si basa sull'accostamento di due situazioni diverse: l'azione di pettinarsi e quella della navigazione.

Anche un'azione che può sembrare ovvia è descritta con figure retoriche e immagini spesso pesanti e insistite. Si tenga conto a questo proposito che nel barocco viene spesso ignorato l'aspetto sintetico: basti citare l'Adone dello stesso Marino, che conta "solamente" 40.000 versi.

In Onde dorate si ritrovano moltissime figure retoriche, anche appartenenti alla tradizione classica ("fendea" è un latinismo). Con questo Marino dimostra la sua conoscenza di questi artifici, che quindi lo autorizza a trasgredirli in modo consapevole.

Un'altra figura retorica è l'insistita presenza del suono "Oro" in molti vocaboli (amor…error…moro…tesor); con queste figure retoriche si subordina il significato per risaltare il significante.

L'autore cita molto spesso materiali preziosi, affiancandone lo splendore a quello della donna, la cui bellezza viene sottolineata quasi come fosse un gioiello. Nella poesia si ha anche la presenza di endiadi (biondo tesor) e di ossimori (ricco naufragio), grazie al quale il poeta risalta ancora la preziosità e la bellezza della donna a cui dedica la poesia.

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