Il futuro oratore

Versione da Quintiliano (1 pagine formato doc)

Appunto di oedema89
Prima di tutto il futuro oratore, che deve vivere in grandissima notorietà e in mezzo alla luce dello Stato [=sotto gli occhi di tutti], si abitui fin da bambino a non aver soggezione degli uomini e a non diventare pallido per una vita solitaria e, per così dire, nell’ombra.
Bisogna sempre spronare ed innalzare la mente, che in una solitudine di quel genere o langue e forma, come (tutto ciò che si trova) al buio, putredine, o al contrario si gonfia di una vuota presunzione: è inevitabile infatti che attribuisca troppo a se stesso (l’oratore) che non si confronta con nessuno. Poi, quando deve portare in pubblico i propri studi, gli si annebbia la vista in piena luce e inciampa in situazioni tutte nuove (per lui), come quello che ha imparato da solo quello che si deve fare in mezzo a molti.
Tralascio le amicizie che durano indissolubilmente fino alla vecchiaia, imbevute (=fondate su) un vincolo quasi religioso: infatti essere iniziati agli stessi riti sacri non è più sacro che (essere iniziati) agli (stessi) studi. Aggiungi il fatto che a casa può imparare solo quelle cose che verranno insegnate a lui personalmente, (mentre) a scuola (può imparare) anche (quelle cose) che (verranno insegnate) ad altri.