Seneca: De brevitate vitae (1,1)

Traduzione del passo indicato del Primo Verso di "De brevitate vitae" di Seneca (1 pagine formato doc)

Appunto di giada82
La maggior parte degli uomini,Paolino, si lamenta della grettezza della natura, perché noi veniamo al mondo destinati ad una v De brevitate vitae,  1,1 La maggior parte degli uomini,Paolino, si lamenta della grettezza della natura, perché noi veniamo al mondo destinati ad una vita breve, perché questo spazio di tempo a noi concesso scorre via tanto veloce e così precipitoso al punto che, fatta eccezione per pochissimi, tutti gli altri la vita li abbandona mentre si preparano alla vita.
Né su questa disgrazia a tutti comune- credono loro- geme soltanto la massa ed il volgo ignorante; anche a uomini illustri questo sentimento ha strappato lamenti. Di qui quella famosa sentenza del più illustre dei medici:”la vita è breve, lunga è l'arte”; di qui l'accusa, niente affatto ad un saggio, Aristotele, che se la prende con la natura:”Agli animali la natura ha concesso un'esistenza così lunga da toccare 5 o 10 generazioni, invece all'uomo, nato per tante e così grandi imprese, è fissato un termine molto al di sotto..” Non è che noi abbiamo poco tempo, molto ne perdiamo.
La vita è sufficientemente lunga e ci è stata concessa in abbondanza per il compimento delle più grandi opere, se solo venisse investita fruttuosamente; ma quando scorre via tra il lusso e la noncuranza, quando non viene spesa in alcuna onesta attività, alla fine, sotto la spinta della necessità estrema, quella vita, che non abbiamo sentito passare, ci rendiamo conto che è inesorabilmente trascorsa. E' proprio così: non è breve la vita che abbiamo ricevuto, ma breve l'abbiamo resa noi, e non ne siamo poveri ma prodighi.Come patrimoni cospicui e degni di un re, quando arrivano nelle mani di un cattivo padrone, in u n attimo vengono dissipati,mentre beni ancorché modesti se affidati ad un buon amministratore, crescono con l'impiego, così la nostra vita, se la si amministra bene, si estende assai.