Teoria dell'evoluzione di Darwin: ricerca

Ricerca sulla teoria dell'evoluzione darwiniana. Darwin e la selezione naturale, la speciazione e la demografia (5 pagine formato doc)

Appunto di saste

TEORIA DELL'EVOLUZIONE DARWIN

L'evoluzione.

La Teoria dell’Evoluzione di Darwin. Nel 1831 il giovane Charles Darwin (1809-1882) salpò dall’ Inghilterra per quello che divenne il viaggio più ricco di conseguenze nella storia della biologia. All’età di quasi 23 anni Darwin aveva rinunciato a proseguire la carriera di medico e si stava avviando con poca convinzione verso una carriera ecclesiastica, come si confaceva ai figli cadetti dell’alta borghesia inglese di quei tempi.
Sebbene studente poco interessato, Darwin era però collezionava coleotteri, molluschi e conchiglie e si interessava di botanica e di geologia. Quando il capitano del brigantino inglese Beagle, poco più anziano di Darwin, offrì un passaggio a un giovane naturalista disposto a seguire la spedizione senza stipendio, Darwin accettò con entusiasmo, considerandola un’opportunità per approfondire i suoi studi di storia naturale.
Il viaggio, che durò cinque anni, determinò il corso del futuro lavoro di Darwin; egli ritornò in patria e, godendo di un patrimonio ereditario (una proprietà nella campagna inglese), si poté dedicare completamente ai suoi interessi e alle sue ricerche. Infatti, durante il suo viaggio formulò la sua teoria e ci mise 20 anni per scrivere il libro “Evoluzione della specie” (scritto in linguaggio comprensibile, nel 1854, raccoglie tantissime giustificazioni della sua teoria per i possibili attacchi della chiesa).

TEORIA DARWINIANA

Che Darwin sia stato l’artefice della moderna teoria evolutiva è ormai un fatto noto; sebbene non sia stato il primo ad affermare che gli organismi si evolvono, o cambiano, nel tempo, egli fu il primo a raccogliere una grande quantità di dati a sostegno di tale ipotesi e a proporre un valido meccanicismo che potesse spiegare il processo evolutivo:

1. Gli individui generano organismi simili → tutti gli individui generano organismi simili ai genitori.
2. Nella maggior parte delle specie, il numero degli individui che sopravvive e si riproduce è piccolo in confronto al numero degli organismi nati → se prendo una popolazione naturale, i numeri di individui che nascono è molto superiore al numero di individui che raggiungono la maturità sessuale e che si riproducono.
3. In ogni popolazione ci sono delle differenze tra i singolo organismi; differenze che non sono prodotte dall’ambiente e alcune di esse sono ereditabili → data una popolazione qualsiasi, gli individui sono leggermente diversi: le differenze sono almeno in parte ereditabili e non dovute all’ambiente.
4. Quali individui riusciranno a riprodursi e a sopravvivere e quali non riusciranno, è determinato principalmente dalle interazioni che intercorrono tra queste variazioni e l’ambiente. Alcune variazioni consentono agli individui di generare più discendenti. Queste variazioni, favorevoli, tendono a diventare sempre più frequenti da una generazione all’altra perché sono almeno in parte ereditabili. Tutto ciò è definito SELEZIONE NATURALE.
5. Dopo un periodo di tempo sufficientemente lungo, la Selezione Naturale porta ad un accumulo di cambiamenti tali da differenziare i gruppi di organismi.

Darwin e la teoria dell'evoluzione della specie: riassunto

DARWIN SELEZIONE NATURALE

La Selezione Naturale. La teoria della selezione naturale prevede che il motore dell'evoluzione sia la variabilità individuale degli esseri viventi. Gli appartenenti ad una stessa specie sono simili ma non uguali, si differenziano l'uno dall'altro per le caratteristiche morfologiche, fisiologiche comportamentali. In funzione dell'ambiente in cui una specie vive alcune caratteristiche daranno vantaggio all'organismo che le porta altre saranno indifferenti e altre ancora ostacoleranno l'attività vitale del portatore di tali caratteristiche. La teoria della selezione naturale proposta da Charles Darwin nel 1858 prevede che è l'ambiente a selezionare le specie, infatti sceglie tra le diverse specie quella che presenta le caratteristiche che meglio la rendono adatta all'ambiente in cui vive. Gli individui meglio attrezzati in un certo ambiente avranno vita facile, si procureranno più facilmente il cibo e si accoppieranno più rapidamente degli altri individui della stessa specie che non presentano tali caratteristiche. Gli individui con le caratteristiche meno adatte alla situazione ambientale avranno difficoltà a svolgere le fondamentali funzioni vitali e molti di essi non riusciranno ad arrivare all'accoppiamento di conseguenza non trasmetteranno i propri geni alle generazioni successive. Con il passare delle generazioni si avrà una progressiva selezione dei geni buoni e la scomparsa dei geni inutili o dannosi. La specie evolverà progressivamente conservando le caratteristiche che la rendono meglio adattata all'ambiente e eliminando tutte quelle caratteristiche che sono di ostacolo alla vita della specie. Si arriverà ad una situazione di equilibrio tra ambiente e popolazione che persisterà finché un cambiamento ambientale non innescherà un nuovo fenomeno evolutivo nella specie.