Filosofia politica da Hobbes al novecento
Riassunto degli ultimi 5 capitoli del volume "Modelli di filosofia politica" di Stefano Petrucciani: da Hobbes al Novecento (22 pagine formato doc)
FILOSOFIA POLITICA DA HOBBES AL NOVECENTO
Cap.
IV: Paradigma del contratto. 1 – Modello contrattualista. Il modello contrattualista si contrappone al modello classico secondo cui l’ordine politico è finalizzato al vivere bene della comunità. Nel modello contrattualista, invece, il problema è la legittimità dell’ordine statale e come deve essere organizzato uno stato legittimo.Per ordine politico legittimo si intende quello che gli individui deciderebbero di darsi se si trovassero a vivere in una condizione prepolitica senza rapporti di subordinazione e in una condizione di sostanziale uguaglianza. Quindi sceglierebbero una forma di stato che sarebbe legittimata in quanto istituzione scelta dagli individui. Altro punto interessante per il mod. contrattualista è vedere anche quali istituzioni essi si sarebbero dati.
Il Leviatano di Hobbes: spiegazione
FILOSOFIA POLITICA: HOBBES
2 – Cesura di Thomas Hobbes (1588-1673). Hobbes è il padre della filosofia moderna e prende le distanze dalla filosofia aristotelica secondo cui gli uomini si assestano in posizioni gerarchicamente ordinati per un processo naturale e spontaneo. Per Aristotele ci sono uomini predestinati dalla natura a comandare e altri meno dotati fatti per ubbidire e per avallare queste teorie ricorre al mondo degli animali come api e formiche che vivono in società senza che hanno istituito l’ordine a cui sottostanno.
Secondo Hobbes, invece, gli uomini non sono paragonabili a questi animali perché nell’uomo è forte la competizione e nulla soddisfa di più che essere superiore agli altri, e posseggono l’arte della parola che fa sembrare buono ciò che non lo è e viceversa.
Secondo Hobbes, gli u omini sono uguali per natura quindi non è possibile spacciare per naturale qls rapporto gerarchico e non ha pregio neppure la forza fisica in quanto con l’astuzia o con il tradimento anche il più debole può sopraffare il più forte.
Cartesio e Hobbes a confronto
IL PENSIERO POLITICO DI THOMAS HOBBES: RIASSUNTO
Anche se ci sono disuguaglianze, gli uomini sono e si pensano uguali e non potrebbero giustificare la naturale sottomissione gli uni agli altri. Se l’uomo si trovasse in uno stato di natura entrerebbe in conflitto a causa della diffidenza cioè l’uomo potrebbe aggredire ed uccidere gli altri per evitare di essere ucciso ed aggredito dagli altri e inoltre gli individui entrerebbero in conflitto a causa della gloria cioè se ognuno vuole essere superiore il confronto può solo trasformarsi in conflitto.
Ma ci sono anche motivi propriamente giuridici: se non c’è una legge comune allora ognuno ha diritto a tutto per cui si entrerebbe in conflitto e di conseguenza si vivrebbe in uno stato di guerra dove non è garantito alcun elementare diritto. E poiché gli uomini sono uguali nessuno si sottometterà naturalmente agli altri e il conflitto può esplodere in qls momento. Quindi lo stato prepolitico o stato di natura è uno stato di guerra di tutti contro tutti, di pericolo, di morte e insicurezza da cui invece si vuole uscire.