Città e regioni nel nuovo capitalismo di Allen J. Scott
Riassunto completo del libro per gli esami di geografia delle relazioni internazionali, geografia politica e urbanistica (13 pagine formato doc)
Scott é uno scienziato sociale che da molto tempo studia le città.
Egli pone al centro del suo lavoro l'economia sociale delle metropoli: l'economia delle città contemporanee non può essere compresa appieno senza tenere conto delle interazioni sociali che si sviluppano nello spazio urbano.
E' dunque l'interazione tra economia e società nello spazio urbano che é al centro della prospettiva con cui l'autore guarda alle città.
Il punto di partenza é la crisi delle grandi città metropolitane agli inizi degli anni 70: il modello produttivo fordista, basato sulla produzione di beni di massa aveva alimentato la crescita delle grandi città come grandi centri industriali in cui si concentravano attività produttive e servizi per le imprese.
La composizione sociale era influenzata dal ruolo delle grandi aziende e vedeva una forte presenza di colletti blu e colletti bianchi (cioè di operai da un lato e tecnici impiegati dall'altro). La forma fisica delle grandi città industriali aveva tratti specifici, segnati dalla coesistenza di quartieri operai e di ceto medio ma anche dalla diffusione di attrezzature collettive, edilizia popolare, servizi sociali ed educativi promossi dallo “stato sociale keynesiano”. Questo quadro della città industriale viene messo in discussione da vari fattori: la saturazione del mercato dei beni standardizzati, l'aumento del costo del lavoro, la concorrenza crescente di paesi con costi più bassi, i cambiamenti della domanda verso beni non standardizzati, le nuove tecnologie informatiche....
Per effetto di questi fattori é il momento – negli anni 70-80 – della deindustrializzazione e del declino che si riflettono nella crisi economica e sociale delle grandi città. Secondo l'autore la causa principale della “rinascita delle città” và cercata nella crescita della “nuova economia della cultura e della conoscenza”.
L'economia della cultura e della conoscenza é caratterizzata da una produzione su piccola scala (cioè da volumi ridotti), e da una marcata destandardizzazione dei prodotti. La globalizzazione non altera questo quadro e non produce una mera deterritorializzazione (dispersione nello spazio delle attività economiche che vanno alla ricerca di migliori condizioni di costo).