All'amica risanata: analisi, spiegazione e figure retoriche

All'amica risanata: analisi del testo, spiegazione e figure retoriche dell'ode neoclassica di Ugo Foscolo (7 pagine formato doc)

Appunto di cippa89

ALL'AMICA RISANATA: ANALISI, SPIEGAZIONE E FIGURE RETORICHE

Schema Argomentazione:
1.    Nella prima parte Foscolo esalta la bellezza esteriore della donna descrivendo atti della sua vita mondana;
2.    Nella strofa centrale c’e’ il collegamento tra poesia e bellezza: la sua presenza suscita invidia nelle altre donne e le divinità dell’amore guardino male chi le ricorda che la sua bellezza fugge via;
3.    L’ ultima parte è caratterizzata dalla descrizione di 3 divinità, sottolineando il loro aspetto mortale;
4.    Conclude dicendo che, grazie alla sua poesia, anche lei diventerà una divinità perché la sua bellezza non morirà mai.
Neoclassicismi:
Figure mitologiche: Venere, Artemide (Diana), Bellona, Saffo, Faone
Citazioni di poeti: Orazio
Personificazioni: le ore, grazie, amore, aprile.

ALL'AMICA RISANATA: FIGURE RETORICHE

Figure Retoriche:
1.    V 2: perifrasi = “astro più caro al cielo”
2.    V 8: sineddoche = “membra”
3.    V 15: sinestesia = “i grandi occhi al sorriso”
4.    V 18: personificazione = “le ore”
5.    V 30: endiadi = “affanni e speranze”
6.    V 33: anafora = “e cò e cò”
7.    V 42: sineddoche = “petto”
8.    V 48: personificazione = “aprile”
9.    V 52: personificazione = “grazie”
10.    V 66: climax = “freccia monti luna”
11.    V 73: perifrasi = “venere”
12.    V 82: personificazione = “suonano i liti”
13.    V 92: sineddoche = “Italia cetra”.

ALL'AMICA RISANATA: SPIEGAZIONE

Antonietta Fagnani Arese, con la quale il Foscolo tra il 1800 e il 1802, a Milano, aveva intrecciato una relazione amorosa, era stata ammalata nell'inverno 1801-02 e si era ristabilita nella primavera successiva.

L'ode All'amica risanata composta tra la primavera del 1802 e quella del 1803, per celebrare tale guarigione, venne pubblicata per la prima volta nell'edizione Destefanis delle Poesie (1803).
Pur sollecitata da una contingenza precisa, e da questo punto di vista (esterno certamente) non dissimile da tanta "poesia d'occasione" tardo-settecentesca (per nascita, per nozze, ecc.), l'ode deriva la sua fisionomia specifica, la sua "cifra", da due dati: la trasfigurazione della realtà e del vissuto del poeta in una prospettiva classicistica, cioè una sorta di travestimento del quotidiano per mezzo di una costante ornamentazione mitologica; e la concezione della poesia come dispensatrice di immortalità, come (l'unica) attività che riscatta dai limiti propri della condizione umana (la morte, l'oblio) ciò che essa canta: proprio perché celebrata ora dal poeta, della mortale bellezza dell'amica risanata durerà per lo meno la memoria. Una concezione, questa, che verrà ripresa e approfondita nel carme Dei Sepolcri.

All'amica risanata: temi e metrica

ALL'AMICA RISANATA: METRICA

Nota metrica: strofe di cinque settenari e un endecasillabo rimati secondo lo schema a b a c d D; il secondo e il quarto verso sono sdruccioli; tutti gli altri sono piani.
Versi 1-54.
La donna celebrata, l'amica, è guarita dopo una erga malattia; col rifiorire della sua bellezza cambiano le occupazioni delle sue giornate, non più dedicate come prima alle cure, ma ai riti mondani - all'abbigliamento, al suono dell'arpa e al canto, alla danza - che la rendono oggetto di trepida ammirazione da parte di tutti. Può, una bellezza di tale splendore, tramontare o cadere nell'oblio?

Qual dagli antri marini
l'astro più caro a Venere
co' rugiadosi crini
fra le fuggenti tenebre
appare, e il suo viaggio
orna col lume dell'eterno raggio,

sorgon così tue dive
membra dall'egro talamo
e in te beltà rivive,
l'aurea beltate ond'ebbero
ristoro unico a' mali
le nate a vaneggiar menti mortali.