Eros di Umberto Saba: analisi del testo

Testo e analisi della poesia di Umberto Saba: Eros (3 pagine formato doc)

Appunto di angy87

EROS UMBERTO SABA: TESTO

Compito di italiano: l'analisi del testo e l'interpretazione del testo.

Analisi della poesia "Eros" di Umberto Saba
Sul breve palcoscenico una donna
fa, dopo il Cine, il suo numero.
Applausi, a scherno credo, ripetuti. In piedi,
dal loggione in un canto, un giovanetto,
mezzo spinto all'infuori, coi severi
occhi la guarda, che ogni tratto abbassa.
È fascino? È disgusto? È l'una e l'altra
cosa? Chi sa? Forse a sua madre pensa,
pensa se questo è l'amore. I lustrini,
sul gran corpo di lei, col gioco vario
delle luci l'abbagliano.
E i severi
occhi riaperti, là più non li volge.
Solo ascolta la musica, leggera
musichetta da trivio, anche a me cara
talvolta, che per lui si è fatta, dentro
l'anima sua popolana ed altera,
una marcia guerriera

EROS DI UMBERTO SABA: ANALISI DEL TESTO

Il tema del componimento “Eros” è la rievocazione del rapporto adolescenziale di Saba con la madre.
Il poeta descrive un episodio comune: al termine della proiezione di un film in un cinema popolare, una donna inizia a ballare in modo provocante, attirando l’attenzione di tutti. Un adolescente guarda la scena con sentimenti contrastanti; da un lato vorrebbe ammirare la donna, ma dall’altro è spinto da una “legge morale” a non guardare; non volendo far prevalere alcuno dei due stati d’animo, trova un compromesso, ascoltando la musica popolare “da trivio”, quindi evitando di alzare lo sguardo verso la donna, ma concentrando nel ritmo i suoi pensieri vitali.
La descrizione, quasi narrativa, della scena fornisce un’immagine chiara, ricca di colori, e facilmente individuabile nel vissuto di ogni persona.
La poesia è composta da sedici endecasillabi e un settenario conclusivo; Saba, quindi, mantiene il contatto con la tradizione precedente, ma ha un atteggiamento sperimentale e moderno per quanto riguarda la disposizione delle rime all’interno delle strofe e il ritmo.
Il ritmo, infatti, nonostante la semplicità del metro, per mezzo dell’uso di molti enjambements, sembra corrispondere al susseguirsi dei pensieri dell’adolescente che guarda la scena.


Il lessico, come la sintassi, presenta elementi popolari, come “Cine”, “lustrini” ed altri più elevati, come “giovanetto”. Anche in questo componimento troviamo alcune inversioni all’interno della frase, tipiche della poesia Sabiana, come “del loggione in un canto”, anziché “in un canto del loggione”. Molto significativa è la rima tra “leggera, altera, guerriera”, tre aggettivi che possono descrivere con precisione la vita del poeta con la balia, in contrapposizione alla legge morale incarnata dalla madre. Tra il nono ed il decimo verso sono presenti quattro proposizioni interrogative, che hanno un grande significato; rimandano, infatti, alle domande adolescenziali del poeta, che, trasferitosi dalla madre e cresciuto, è combattuto tra i giochi di guerra e la libertà che aveva con la balia, e la legge e l’educazione imposte dalla madre; infatti egli, fino ai tre anni ha vissuto con una balia, che gli lasciava molte libertà e lo intratteneva con canzonette di guerra, mentre la maturità con la madre è vista come un ostacolo, come una privazione delle sue pulsioni; come dice anche nella poesia “Eroica”, con la balia era libero e felice, mentre con la madre ha dovuto sottostare a delle regole che avevano lo scopo di formare la sua buona educazione; la madre incarna, quindi, la “legge morale”; questa scissione interiore è presente in tutta l’opera di Saba.

Umberto Saba: vita e canzoniere