Pascoli e la poetica
Il mondo nella visione pascoliana: una breve sintesi della poetica di Giovanni Pascoli (1 pagine formato doc)
Patelli Chiara 5B merc La poetica di Pascoli Il mondo, nella visione pascoliana, appare frantumato, disintegrato.
Le sue componenti si allineano tra i suoi versi in modo casuale, senza neppure alcuna gerarchia d'ordine tra gli oggetti: ciò che è piccolo si mescola con ciò che è grande; il minimo, apparentemente trascurabile particolare può essere ingigantito come attraverso una lente d'ingrandimento, e viceversa. Gli oggetti materiali hanno un rilievo fortissimo nella poesia pascoliana, anche se non sono visti da un punto di vista oggettivo, ma sono “filtrati” attraverso la particolare visione soggettiva del poeta, caricandosi di significati allusivi e simbolici, rimandando sempre a qualcosa che è al di là di essi, all'ignoto di cui sono come messaggi misteriosi e affascinanti. Perciò, data questa “soggettivizzazione” del reale, il mondo è visto attraverso il velo del sogno e perde ogni consistenza oggettiva, e la conoscenza del mondo avviene attraverso strumenti interpretativi non razionali, che trasportano di colpo, senza seguire tutti i passaggi del ragionamento logico, nel cuore profondo della realtà. Nella poetica di Pascoli affiora inoltre un radicale pessimismo, la convinzione che la vita umana non è altro che dolore e sofferenza, che sulla terra domina solo il male. Ma attraverso una rielaborazione della dottrina cristiana, privato della concezione teologica e ridotto a puro codice etico, Pascoli traeva la concezione del valore morale della sofferenza: dolore e lacrime possono diventare un tesoro prezioso, le vittime del male del mondo sono per un certo verso delle creature privilegiate, perché la sofferenza le rende moralmente superiori; per questo non bisogna abbandonarsi agli odi, ai rancori e al desiderio di vendetta:il dolore, perfezionando il nostro animo, deve insegnare il perdono. Pascoli tende a difendersi dal mondo esterno rifugiandosi nella pace del suo nido, chiuso nella sfera limitata degli affetti domestici, degli studi, del lavoro di insegnante, presentandosi come il celebratore della realtà piccolo borghese e dei suoi valori. Una parte rilevante della sua poesia è destinata a proporre proprio questa determinata visione di vita, dove rientra la costante esaltazione delle piccole, umili cose quotidiane, la cui intima dignità è ben più importante di quella delle realtà più nobili ed elevate; la dottrina che pascoli predicava era l'invito ad accontentarsi del poco, l'ideale utopistico di una società in cui ogni ceto viveva entro i propri confini, senza conflitti con gli altri ceti, in un clima di cooperazione e di concordia fraterna.