Il velo delle Grazie
Parafrasi de "Il velo delle Grazie", celebre poesia di Foscolo (1 pagine formato doc)
IL
VELO DELLE GRAZIE.
Mentre le dee si dedicavano all'opera, Pallade, che ha gli occhi cerulei, in mezzo a loro dominava amabilmente il suo virgineo cuore.
Rendendo più sottili i raggi dorati del sole, tre Ore nude volgevano i fusi lucenti e distendevano l'ordito del velo.
Vennero le Parche, vestite di mantelli di porpora e con i capelli coperti da rami di quercia; e riempivano la spola di trame brillanti, splendenti come il diamante, flessibili e trasparenti e non raggiunte mai dalla morte, le stesse trame con le quali esse filano la vita degli dei.
Non meno delle altre sollecita nel lavoro Iride scese tra i venti leggeri e nel cielo raccoglieva le nubi vaganti e luminose piene di colori diverse e dispensava i colori dell'arcobaleno a Flora affinché componesse le figure su quel velo, e quelle nubi assumevano più colori, splendore e profumo, e svariati aspetti dalla mano di Flora; e tu Psiche sedevi e spesso nel cuore senza aprir bocca, ripetendo "Ahi quante gioie promette e poi non mantiene Amore" rendevi più fitta la tela col pettine; e allora eloquenti le corde di Talia e la dea Tersicore che intorno a te faceva un tripudio di ballo e ti guardava; erano di conforto ai tuoi pensieri e all'opera. Correva limpido insieme il canto di Erato guidato da quei suoni: e così Flora nell'ascoltare il canto coll'ago disegna.
Intreccia, odorosa dea, con fili rosa; e, Giovinezza, nel mezzo del velo ardita balli, canti fra il coro delle sue speranze: il Tempo percuote con dei colpi frequenti un'antica lira; e la figura della Giovinezza (la danzante) discende un pendio da cui nessuno risale. Le Grazie ai suoi piedi fanno nascere dei fiori per ornare le sue ghirlande,- e quando la bionda capigliatura ti abbandonerà e perderai il tuo nome, quei fiori vivranno, o Giovinezza, e manderanno il loro profumo intorno alla tomba.
parafrasi.Mentre le dee si dedicavano all'opera, Pallade, che ha gli occhi cerulei, in mezzo a loro dominava amabilmente il suo virgineo cuore.
Rendendo più sottili i raggi dorati del sole, tre Ore nude volgevano i fusi lucenti e distendevano l'ordito del velo.
Vennero le Parche, vestite di mantelli di porpora e con i capelli coperti da rami di quercia; e riempivano la spola di trame brillanti, splendenti come il diamante, flessibili e trasparenti e non raggiunte mai dalla morte, le stesse trame con le quali esse filano la vita degli dei.
Non meno delle altre sollecita nel lavoro Iride scese tra i venti leggeri e nel cielo raccoglieva le nubi vaganti e luminose piene di colori diverse e dispensava i colori dell'arcobaleno a Flora affinché componesse le figure su quel velo, e quelle nubi assumevano più colori, splendore e profumo, e svariati aspetti dalla mano di Flora; e tu Psiche sedevi e spesso nel cuore senza aprir bocca, ripetendo "Ahi quante gioie promette e poi non mantiene Amore" rendevi più fitta la tela col pettine; e allora eloquenti le corde di Talia e la dea Tersicore che intorno a te faceva un tripudio di ballo e ti guardava; erano di conforto ai tuoi pensieri e all'opera. Correva limpido insieme il canto di Erato guidato da quei suoni: e così Flora nell'ascoltare il canto coll'ago disegna.
Intreccia, odorosa dea, con fili rosa; e, Giovinezza, nel mezzo del velo ardita balli, canti fra il coro delle sue speranze: il Tempo percuote con dei colpi frequenti un'antica lira; e la figura della Giovinezza (la danzante) discende un pendio da cui nessuno risale. Le Grazie ai suoi piedi fanno nascere dei fiori per ornare le sue ghirlande,- e quando la bionda capigliatura ti abbandonerà e perderai il tuo nome, quei fiori vivranno, o Giovinezza, e manderanno il loro profumo intorno alla tomba.