Relazione Cromatografia (Lab)

Relazione sulle varie tipologie di cromatografia: su carta adsorbente radiale, su carta adsorbente, su lastra in gel di silice (4 pagine formato doc)

Appunto di goyo89
ALUNNO: Perego Gregorio CLASSE: 3^O ESERCITAZIONE LABORATORIO DI BIOLOGIA RELAZIONE N°: 6 .
0 DATA: 27-02-`06 TEMA Separazione delle sostanze (pigmenti) delle foglie di spinaci tramite diversi tipi di cromatografia. SCHEMA ELENCO MATERIALI foglie di spinaci essiccati lastra di vetro con gel di silice carta adsorbente (da filtro) vetrino da orologio camera cromatografica mortaio con pestello 1 capillare ELUENTE di etere di petrolio + alcool etilico (in beuta) alcool etilico (in beuta) 1 pipetta graduata 1 penna 1 paio di forbici RISULTATI DELLE PROVE E DIAGRAMMI OSSERVAZIONI SUI RISULTATI OTTENUTI E LORO INTERPRETAZIONI Grazie a questa esperienza abbiamo potuto verificare come la CROMATOGRAFIA sia un metodo molto efficace per separare i vari componenti di una miscela e per rivelare la presenza di qualche sostanza particolare, come i pigmenti nel nostro caso. Essa infatti sfrutta la capacità di una sostanza porosa (gel di silice) di assorbire e trattenere i vari componenti di una soluzione che un solvente o una miscela di più solventi (eluente) trascina in modo ascendente con velocità diversa per capillarità, provocandone così la separazione.
Nella prima tecnica di separazione (su carta), l'eluente presente nella camera cromatografica (etere di petrolio + alcool etilico), diverso da quello della soluzione iniziale (solo alcool etilico), è infatti in grado di sciogliere i diversi soluti presenti e trascinarli con sé mentre risale nella carta per capillarità. I soluti si muovono con velocità diverse: quelli meno solubili nell'eluente si fermano prima, mentre gli altri proseguono e vengono trascinati tanto più lontano quanto maggiore è la loro solubilità nell'eluente adoperato. Per questo motivo nei risultati ottenuti abbiamo potuto osservare le varie componenti della soluzione (pigmenti) presenti nelle foglie di spinaci che, corrispondono sulla striscia di carta alle macchie poste ad altezza e colore differenti. Dal basso verso l'alto abbiamo osservato la clorofilla b (verde oliva), la clorofilla a (verde brillante), le xantofille (gialle) e i carotenoidi (arancioni), pigmenti contenuti nei cloroplasti e più precisamente nei tilacoidi (membrane specializzate a forma di sacchi appiattiti in cui la clorofilla e gli altri pigmenti) delle cellule eucariote vegetali. I pigmenti sono i protagonisti del processo di fotosintesi clorofilliana in quanto sono le sostanze che assorbono la luce. I colori che abbiamo notato identificano ciascuno un pigmento preciso perché queste sostanze assorbono solo alcune lunghezze d'onda e trasmettono o riflettono quelle che non sono in grado di assorbire. Ad esempio la clorofilla (pigmento che rende verdi le foglie) assorbe le lunghezze d'onda del violetto, blu, rosso, … ma non il verde che viene rispecchiato e quindi percepito. OSSERVAZIONI DELL'INSEGNANTE: ……………………………………………………&