Vita nuova - Tanto gentile e tanto onesta pare: parafrasi e spiegazione

Parafrasi e spiegazione del sonetto Tanto gentile e tanto onesta pare, contenuto nel capitolo 26 della Vita nuova di Dante (2 pagine formato )

Appunto di scajax

VITA NUOVA - TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE: PARAFRASI

Parafrasi del sonetto di pag.

382 (Vita nuovaDante)
La mia donna appare tanto gentile e tanto onesta
quando saluta gli altri, che ogni lingua tremando si ammutolisce
e gli occhi non hanno il coraggio di guardarla.

Lei, sentendosi lodare, cammina
rivestita di cortese benevolenza;
e sembra che sia una creatura venuta
dal cielo in terra per mostrare la sua natura straordinaria.

Si mostra così piacevole a chi la ammira,
che produce una dolcezza al cuore con gli occhi,
che chi non la sperimenta non la può capire:

e sembra che dalle sue labbra esca
uno spirito soave pieno d’amore,
che dice all’anima: Sospira.

Tanto gentile e tanto onesta pare: parafrasi e analisi

TANTO GENTILE E TANTO ONESTA PARE: SPIEGAZIONE

1. Il tema di questo sonetto dantesco è la lode alla donna.

Ogni uomo, vedendola passare per le vie, si stupisce della sua straordinaria bellezza, che non riesce a proferire parola. Quindi, chiunque rimane affascinato dal suo spirito soave, mentre in Guinizzelli, nessun uomo che non sia gentile non le si può avvicinare. Caratteristica comune ai due sonetti è la visione della donna-miracolo. A livello lessicale, compare nelle due poesie il termine “laudare”, che evoca il tema religioso della lode a Dio.
Nel sonetto di Cavalcanti, emerge il tema dell’impossibilità di esprimere la lode e l’ineffabilità come risposta alla lode cantata dal poeta, che in Dante è differente: nel suo sonetto si rivela la potenza miracolosa di Beatrice, che viene lodata coralmente. La bellezza di Beatrice è benevole e gratificante nei confronti dell’umanità. A differenza di Cavalcanti, dagli occhi della donna non scatta più la freccia distruttrice che raggiunge il cuore, devastandolo, ma un senso di beatitudine. In entrambi i sonetti compare il sospiro dell’anima degli uomini che la ammirano, ma in Cavalcanti è il frutto dello smarrimento e della ferita d’amore, mentre in Dante risponde al richiamo dello spirito soave, che si traduce con un amore puro e disinteressato.
1. Seguendo la tradizione del dolce stil novo, questo sonetto presenta fluidità espressiva e ritmica, con semplicità e raffinatezza lessicale, e melodiosa delicatezza dei suoni. Sono presenti tre enjambements. Il primo al verso 1-2 esalta ed evidenzia la donna del poeta, nucleo tematico del sonetto. Il secondo al verso 7-8, sottolinea l’apparenza angelica di Beatrice. Il terzo al verso 12-13 rappresenta l’effetto finale degli uomini dopo il passaggio della donna, che provoca una serie di sospiri.
3. Dante nel primo sonetto usa dei termini che all’apparenza sono facili e comprensibili, ma in realtà richiedono un’attenta interpretazione. Gli aggettivi che utilizza – gentile, onesta, ecc. – sono utilizzati frequentemente nello stil novo.