"Era il giorno ch'al sol si scoloraro" di Petrarca

Analisi stilistico-retorica del sonetto "Era il giorno ch'al sol si scoloraro" con riferimenti alla poetica di Francesco Petrarca (2 pagine formato doc)

Appunto di smiletotheworld
ERA IL GIORNO CH'AL SOL SI SCOLORARO
Francesco Petrarca

Era il giorno ch’al sol si scoloraro
per la pietà del suo factore i rai,
quando i’ fui preso, et non me ne guardai,
ché i be’ vostr’occhi, donna, mi legaro.

Tempo non mi parea da far riparo
contra colpi d’Amor: però m’andai
secur, senza sospetto; onde i miei guai
nel commune dolor s’incominciaro.

Trovommi Amor del tutto disarmato
et aperta la via per gli occhi al core,
che di lagrime son fatti uscio et varco:

però, al mio parer, non li fu honore
ferir me de saetta in quello stato,
a voi armata non mostrar pur l’arco.


Nella descrizione del suo innamoramento, fatto risalire dal poeta al venerdì santo 6 aprile 1327, è manifesta la costruzione simbolica della struttura della storia interiore di Petrarca: il collegamento fra l'amore per Laura  e la morte di Cristo starebbe a significare il rapporto tra peccato e redenzione, su cui poggia buona parte del Canzoniere.
La giustificazione per il peccato è costituita da una situazione di gusto stilnovista: Amore, insidioso e provvisto di frecce, ha colpito il cuore del poeta quando credeva di essere più sicuro.
Il sonetto è in gran parte creazione letteraria artificiosa e rispecchia il gusto e il timbro di molta produzione lirica petrarchesca.


Sin dai primi versi emerge il tema fondamentale della poetica petrarchesca: il contrasto interiore, inesorabile, di Francesco provoca il parallelismo dello stato d'animo di passione per la morte di Cristo (dolore di cui è partecipe l'intero mondo cristiano) ed un forte sentimento d'amore che lo colpisce improvvisamente lasciandolo inerme e dunque addolorandolo. E' quindi evidente il riferimento biblico che riprende le parole del Vangelo di Luca «Erat autem fere hora sexta et tenebrae factae sunt in universa terra usque in nonam horam et obscuratus est sol» ("Era circa l’ora sesta quando calarono le tenebre su tutta la terra fino all’ora nona e il sole si oscurò", Luca 23, 44-45). Inoltre Cristo è spesso associato, nella simbologia cristiana, al sole nascente, sebbene Petrarca lo indichi come fattore (latinismo per “creatore”) dell'astro.