Le donne abbandonate nella letteratura classica
La figura della donna abbandonata nel mondo letterario latino: Medea e Didone, Arianna e Teseo (7 pagine formato doc)
LE DONNE ABBANDONATE NELLA LETTERATUCA CLASSICA
Il tema della donna abbandonata.
Nei racconti mitici greco-romani è ricorrente la figura dell’eroina che,innamoratasi di uno straniero,lo aiuta in una difficile impresa,venendo in qualche modo meno ai doveri che la legano alla famiglia ed alla propria patria; quindi lo segue, spesso lontano, per poi esserne tradita e abbandonata.All’interno dell’ambito latino possiamo rintracciare diversi tre famose eroine abbandonate: Didone, Medea e Arianna, donne accomunate dal fatto di aver amato moltissimo uomini che poi le hanno abbandonate.
Didone, regina di Cartagine, era innamorata dell’eroe Enea ed era totalmente succube del suo amore, preda del “furor”, la passione amorosa che l’aveva portata a pensare solo al suo rapporto con Enea e ad annullare se stessa sia come donna che come regina. Ella non riesce a raggiungere la libertà da questo amore nemmeno con l’atto estremo del suicidio, perché nella maledizione che lancia all’eroe si augura di essergli vicino anche come “fantasma” per tormentarlo: nemmeno dopo la morte accetta di stare lontana dal suo amato.
Tesina sulle donne nel Satyricon
MEDEA E DIDONE
Medea è l’eroina greca che, per amore di Giasone, accetta di abbandonare la sua terra e la sua famiglia e di accompagnarlo nelle sue peregrinazioni. Anch’ella è talmente succube dell’amore per Giasone che, quando lui la lascia, uccide i suoi figli per vendetta, per non avere nulla che lo ricordasse e perché da sola ha paura di non riuscire a sopravvivere.
Infine vi è Arianna, innamorata di Teseo. Nel suo lamento di donna abbandonata afferma di essere disposta a seguire Teseo come schiava, e in virtù di questa condizione è disposta a prostrarsi ai suoi piedi, compiendo l’atto di umiliazione per eccellenza.
Questi tre esempi di eroine antiche dimostrano come spesso le donne fossero preda del “furor”, ossia della passione amorosa che le portava ad annullarsi completamente e ad essere prigioniere del loro stesso amore.
Tesina sulla donna: violenza sulle donne e la condizione femminile
ARIANNA E TESEO
La prima opera a noi pervenuta che ne richiami la tematica è il carme LXIV di Catullo,in cui il lamento di Arianna riecheggia i topoi che domineranno nei secoli la letteratura di questo genere: ovvero, la perfidia del seduttore spergiuro, la sua ingratitudine, la sua spietata insensibilità, lo smarrimento della donna indifesa in una terra deserta e facilmente destinata a cadere in pasto alle belve, invocazione della punizione degli dei, ecc.
Abbiamo poi Medea, tragedia di Seneca, che riprende la tragedia omonima del greco Euripide: Medea, dopo aver compiuto una serie di delitti e malefatte in nome dell’amore che la lega a Giasone, vede quest’ultimo abbandonarla per sposare un’altra donna. Ecco che la nostra eroina è agitata da sentimenti contrastanti, amore e odio nello stesso tempo, in un crescendo di follia fino al tragico epilogo della vicenda.
Le "Heroides" (il nome in origine dovette però essere quello di "Epistulae heroidum", "Lettere delle eroine") sono 21 lettere d'amore in metro elegiaco, indirizzate da donne, in genere del mondo del mito, ai loro amanti. Esse sono opera di Ovidio. Le prime 14 sono lettere di eroine mitiche (Didone a Enea, Arianna a Teseo, Medea a Giasone), ovviamente eroine da inserirsi a pieno titolo nella tradizione delle donne abbandonate.