Canto 21 Inferno: commento e riassunto
Commento e riassunto del canto 21 dell'Inferno di Dante Alighieri: il tema sul registro poetico del canto e sui suoi elementi di comicità (1 pagine formato doc)
CANTO 21 INFERNO: COMMENTO
Qual è il registro poetico del Canto XXI, quali gli elementi di comicità? Nel Canto XXI il registro poetico dell’opera è completamente rivoluzionato rispetto ai canti precedenti e Dante ce ne rende partecipi fin dall’inizio, dichiarando come Comedìa il suo componimento.
Il registro poetico è del tipo basso popolare, registro proprio del genere comico. Definiamo ora cos’è per Dante lo stile comico e come sviluppa il Canto basandosi su questo: la Commedia è una rappresentazione realistica di vita e, anche se le circostanze sono diverse, nessuna delle azioni in essa rappresentate sono estranee a quelle della vita quotidiana; lo stile comico, insomma, è per Dante uno stile popolare, inferiore, il quale, però, ha ugualmente un linguaggio particolarmente scelto, ricco di toni duri e goffi. Gli esempi di questa innovazione stilistica sono molteplici: dal punto di vista lessicale, prevale l’uso di vocaboli di gergo comune, di forme popolari, di parole tronche; per tutta l’estensione del Canto ne abbiamo parecchi esempi, fra cui i nomi stessi dei diavoli.Canto 21 Inferno: riassunto e commento
CANTO 21 INFERNO: RIASSUNTO
Dal punto di vista dei contenuti innanzitutto c’è la ricerca di rendere volgari, vive e più realistiche alcune scene, c’è la scelta della rappresentazione dei personaggi e dei luoghi che corrisponde a quella della tradizione popolare; anche in questo caso abbiamo esempi per tutta l’estensione del Canto: dalla scelta dei personaggi protagonisti, i diavoli, qui rappresentati secondo la tradizione popolare, alla scelta delle caratteristiche di questa Bolgia, rappresentata come una vera cucina dove i diavoli preparano le anime da arrostire, al modo di fare proprio dei diavoli, cioè ricco di urla, schiamazzi, gesti volgari e “osceni” (vedi i vv.
137-139, in cui i diavoli fanno un segnale sconcio con la lingua al loro capo, il quale risponde con una pernacchia). I diavoli, come precedentemente detto, sono rappresentati secondo la tradizione popolare, sia nell’aspetto, sia nel modo di agire: innanzitutto, alla presentazione di Malebranche, ci viene descritto come un essere “nero”, con le spalle appuntite e alte, “ne l’atto acerbo”, tutte caratteristiche tradizionali; in seguito, verso la fine del Canto, Dante mette in bocca a Malacoda, un altro diavolo, un discorso in parte vero e in parte falso, quando indica a Dante e Virgilio la strada per proseguire nelle Bolge successive: questo per darci un’idea della psicologia del diavolo secondo la leggenda popolare, bugiardo, vendicativo e orditore di imbrogli e beffe rozze e volgari. Altri attributi possono essere assegnati a questi personaggi: essi, infatti, in questo Canto ci sono presentati come pettegoli, perfidi, litigiosi, feroci e nemici ostinati degli uomini.