La teoria normativa della politica economica.

Riassunto dal libro "Politica economica" di Roberto Cellini, McGraw-Hill. (2 pagine formato doc)

Appunto di whiskies
La teoria normativa della politica economica (cap La teoria normativa della politica economica (cap.
II°) La politica economica pur non essendo una scienza in senso stretto segue, comunque, un metodo scientifico, in cui: L'investigazione economica parte dall'osservazione di fenomeni che esistono realmente; L'attenzione va rivolta a fenomeni che mostrano una certa regolarità; Vengono enucleati “fatti stilizzati”; Vengono creati modelli al fine di spiegare i fatti stilizzati; Viene avviato un processo di valutazione del modello. Un modello è la descrizione semplificata della realtà e deve essere: semplice, generalizzabile e robusto; può essere letto in due modi: - Positivo (o descrittivo), ci dice “che cosa succede e perché; - Normativo (o prescrittivo), ci dice che cosa deve essere fatto affinché vengano raggiunti determinati risultati. Invece, le relazioni che intercorrono tra gli elementi del modello possono essere illustrati un modo discorsivo o in modo formale.
Gli economisti rappresentano i modelli in modo formalizzato, tramite l'uso di equazioni. Distinguiamo quattro categorie di relazioni: Relazioni tecniche, che comprendono equazioni che descrivono la tecnologia o le preferenze degli individui, per esempio: la funzione di produzione (y=k?J?) o la funzione di utilità; Relazioni comportamentali, che descrivono il comportamento degli individui, per esempio: le funzioni di domanda o di offerta di mercato (Q=A-Bp) oppure la funzione di consumo aggregato keynesiana (C=Co+cY). Relazioni di equilibrio, come l'imposizione dell'eguaglianza tra quantità domandata e quantità offerta di un certo bene [D(p)=S(p)]. Relazioni di definizione, che servono per definire una grandezza, per esempio: la domanda aggregata (D=C+I+G+X-M); Relazioni istituzionali (sono una sotto-categoria delle relazioni di definizione), equazioni definitorie relative a grandezze istituzionali, per esempio: il saldo del bilancio dello Stato dato dalla differenza tra entrate e uscite (BS=T-G) o del saldo della bilancia commerciale (BC=X-M). Ovviamente in ogni modello figurano delle variabili (grandezze osservabili e misurabili). Queste possono essere: - endogene, in tal caso il valore della variabile viene spiegata all'interno del modello; - esogene, in questo caso il valore viene preso come dato (non viene spiegato all'interno del modello). Nelle relazioni tra variabili figurano anche parametri di comportamento (ossia valori numerici che figurano nelle relazioni sui comportamenti dei soggetti) e parametri tecnici (ossia valori numerici che figurano nelle relazioni tecniche). Nel costruire un modello, si cerca di dare spiegazione al maggior numero di variabili, ma nonostante tutto esistono variabili esogene per diversi motivi: Nei sistemi economici sono importanti anche variabili non economiche; Esistono fatti predeterminati; Bisogna porre un limite nell'ampliamento del modello. Quindi, la politica economica, essendo interessata a proposizioni normative, piuttosto