"Psicologia del lavoro nelle organizzazioni", cap. 1

Riassunto del cap. 1 del testo di P.G. Gabassi "Psicologia del lavoro nelle organizzazioni", Ed. Franco Angeli. Alcuni passi sono tratti dal testo, integrati con argomentazioni mie personali della materia, riferite ai concetti di oggettività, soggettività e soggettività lavorativa (2 pagine formato pdf)

Appunto di esseemme29
CAP.
1 – “LA NASCITA DELLA SOGGETTIVITA’ LAVORATIVA”:
• PAR. 1 – “SOGGETTIVITA’ ED OGGETTIVITA’”
• PAR. 2 – “PSICOLOGIA DEL LAVORO E SOGGETTIVITA’ LAVORATIVA”

Nel primo capitolo di questo libro, l’autore Pier Giorgio Gabassi e altri studiosi affrontano i concetti di soggettività, oggettività e soggettività lavorativa in concomitanza con la psicologia del lavoro.
La psicologia del lavoro nasce intorno alla fine del 1800, epoca segnata dai mutamenti del capitalismo in cui aleggiava l’esordio della Seconda Rivoluzione Industriale. Proprio in questi anni si sviluppò il concetto di soggettività lavorativa.
Per capire questo assioma è fondamentale introdurre altri due concetti di base: quello di “soggettività” ed “oggettività”.


Lo studioso Spaltro, nel 1982, definisce la soggettività come “l’insieme delle azioni e dei pensieri caratteristici di un dato individuo” ovvero “il modo personale che ognuno ha di vedere le cose”, per citare Gabassi.
Volendo trasferire il principio nel mondo del lavoro, si intende il complesso di competenze, obiettivi e interessi che il singolo lavoratore ha, a prescindere dal ruolo ricoperto e dal relativo livello gerarchico.


Nonostante si delineasse già alla fine dell’800 il valore del fattore umano nel lavoro, la soggettività lavorativa entra in conflitto con il principio dell’oggettività. Tutt’oggi, sebbene il mondo del lavoro si sia evoluto, tengono testa alcuni aspetti quali produttività, rendimento, organizzazione, pianificazione e ottimizzazione, considerati i capisaldi della realtà lavorativa che hanno come
comune denominatore la razionalità. L’aspetto economico dell’attività umana, però, non è da sottovalutare e non è di minore rilevanza.
Sono piuttosto i pregiudizi della collettività a condizionare l’importanza dei fattori in campo. I luoghi comuni maturati sulle scienze sociali portano a considerare erroneamente che soggettività corrisponda ad individualità e pertanto non possa essere ritenuta dato empirico attendibile.