Giovanni Sartori, Homo videns: riassunto e significato

Homo videns: riassunto e considerazioni sul saggio polemico e estremamente intelligente sulle problematiche legate al tele-vedere (inteso sia come televisione, sia come Internet) (6 pagine formato doc)

Appunto di rossellapiccola

HOMO VIDENS: RIASSUNTO E SIGNIFICATO

Homo videns di Giovanni Sartori.

La televisione modifica radicalmente (impoverendolo) l’apparato cognitivo dell’homo sapiens. Il video sta trasformando l’homo sapiens prodotto dalla cultura scritta in un homo videns nel quale la parola è spodestata dall’immagine. Tutto diventa visualizzato.
Della tv ci si lamenta che incoraggia la violenza, oppure che informa poco e male, oppure che è culturalmente regressiva, tutto ciò è vero ma il tele-vedere sta cambiando la natura stessa dell’uomo. Si parte già dai video- bambini. Siamo nel pieno primato dell’immagine. Il libro si concentra sulla paidèia cioè sulla crescita del video bambino e quindi sui processi formativi della pubblica opinione e su quanto sapere passa e non passa attraverso i canali delle comunicazioni di massa.

Preistoria e homo sapiens: riassunto


HOMO VIDENS: GIOVANNI SARTORI

Il primato dell’immagine. Homo sapiens, così Linneo classificava la specie umana nel suo Sistema della Natura del 1758. Quel che rende unico l’homo sapiens è la sua capacità simbolica (lingua, arte, mito, religione sono i vari fili che compongono il tessuto simbolico). A fianco del linguaggio concettuale c’è un linguaggio del sentimento, insieme al linguaggio logico o scientifico c’è il linguaggio dell’immaginazione poetica. Si può dargli quindi la definizione di animal symbolicum e la capacità simbolica si dispiega nel linguaggio nella capacità di comunicare mediante una articolazione di suoni e segni significanti. L’uomo è un animale parlante, animal loquax. Il linguaggio non è solo uno strumento del comunicare ma anche del pensare. E al pensare non occorre vedere. Le civiltà si sviluppano con la scrittura, è il passaggio dalla comunicazione orale alla parola scritta che sviluppa una civiltà, ma fino all’invenzione della stampa la cultura di ogni società resta largamente fondata sulla trasmissione orale.

Homo sapiens: caratteristiche


HOMO VIDENS: SIGNIFICATO

Leggere era fino alla fine del 400 privilegio di pochissimi dotti. Il progresso della riproduzione a stampa fu lento ma costante e culmina con l’avvento, a cavallo tra 700 e 800 del giornale che si stampa ogni giorno, del quotidiano. Alla fine comincia un processo di continui avanzamenti tecnologici (telegrafo, telefono, radio). Spariva la distanza e cominciava l’era delle comunicazioni immediate. La rottura avviene a metà del 900 con la televisione. Televisione vuol dire vedere da lontano (tele). Il vedere prevale sul parlare, la voce sta in funzione di un’immagine, la commenta. La capacità simbolica distanzia l’homo sapiens dall’animale, il vedere lo riavvicina alle sue capacità ancestrali. Fino all’avvento della tv l’uomo si era potenziato in due direzioni per quanto riguarda il “vedere”: sapevamo ingrandire il piccolissimo e sapevamo vedere da lontano. La tv ci consente di vedere tutto senza andarlo a vedere. Nell’età multimediale successiva invece il nuovo sovrano è il PC. La tv ci fa vedere immagini di cose reali, è fotografia e cinematografia di esistenti. Invece il pc ci fa vedere immagini immaginarie.

Homo sapiens e homo videns: riassunto


HOMO VIDENS: TELEVISIONE E POST PENSIERO

La cosiddetta realtà virtuale è un’irrealtà che viene creata sul video e che è realtà solo all’interno di esso.
La tv sta producendo una permutazione, una metamorfosi che investe la natura stessa dell’homo sapiens. Essa non è solo strumento di comunicazione ma anche di formazione, uno strumento antropogenetico, un medium che genera un nuovo ànthropos, un nuovo tipo di essere umano. I nostri bambini guardano la tv per ore e ore prima di imparare a leggere e scrivere. La sua prima scuola è la tv. Il bimbo è una spugna che assorbe e registra indiscriminatamente tutto quel che vede. Gli stimoli ai quali continua a rispondere da grande sono quasi soltanto audio- visivi. Si parla di una cultura dell’incultura, un’atrofia e una povertà culturale. Se il costo di una cultura di tutti è il declassamento in una sotto cultura che è poi qualitativamente incultura allora l’operazione è soltanto in perdita. Un miglioramento che sia soltanto quantitativo non è di per sé un miglioramento. È sicuro che la tv svaga e diverte: l’homo ludens, come animale giocoso, non è mai stato tanto accontentato e gratificato in tutta la sua storia.