Destra e sinistra storica: saggio breve

Traccia del saggio breve sulla Destra e sulla Sinistra storica: l'azione del governo della destra storica nella costruzione dello stato unitario, la politica riformista della Sinistra storica e la politica autoritaria di Crispi (2 pagine formato doc)

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DESTRA E SINISTRA STORICA: SAGGIO BREVE

L’azione del governo della Destra storica nella costruzione dello stato unitario, la politica riformista della sinistra storica e la politica autoritaria di Crispi
La classe politica che diresse l’Italia negli anni dopo l’unità fu quella formatasi negli anni del Risorgimento.
Nel nuovo Parlamento italiano, dove non sedeva più una Destra reazionaria clericale, l’appellativo di Destra, poi detta storica a riconoscimento dell’importanza della sua azione, toccò agli eredi del liberalismo di Cavour, deceduto improvvisamente il 6 giugno 1861.
la Destra ebbe i suoi esponenti più significativi nel toscano Bettino Ricasoli, Marco Minghetti, Urbano Rattazzi, Alfonso La Marmora, Luigi Menabrea, Giovanni Lanza.
Le fondamenta dello Stato unitario furono poste tra il 1861 e il 1865 dai primi governi della Destra.
 

Destra e sinistra storica: riassunto

SAGGIO BREVE DESTRA E SINISTRA STORICA SVOLTO

La classe dirigente liberale scelse un ordinamento dello Stato di tipo accentrato; le ragioni di questa decisione furono molteplici: la necessità di chiudere al più presto la fase di incertezza seguita ai mutamenti di reggimento politico nei territori degli ex-Stati; l’opportunità di presentare l’Italia, anche a livello internazionale come uno Stato ormai consolidato.
I gruppi dirigenti italiani si convinsero che la concessione di autonomie troppo ampie e non controllate dall’alto si sarebbe risolta in un incentivo alle forze dominanti delle singole località, forze arroccate su posizioni retrive e non disponibili a farsi promotrici di progresso. Le leggi del marzo 1865 estesero a tutto il regno l’ordinamento amministrativo piemontese, in materia di legge comunale e provinciale, sicurezza pubblica, sanità opere pubbliche. Esse lasciavano un’autonomia molto ridotto agli enti locali. Il sindaco fu di nomina regia e sugli atti delle amministrazioni comunali fu imposto il controllo del prefetto il quale assommò in sé poteri assai vasti e discrezionali di controllo e di coordinamento sui vari settori dell’amministrazione pubblica: giustizia, ordine pubblico, sanità, scuole.
All’unificazione amministrativa seguì, nel 1865, l’unificazione dei codici delle tariffe doganali e della moneta.
 

SAGGIO BREVE SU DESTRA E SINISTRA STORICA

L’unificazione degli ordinamenti costrinse le diverse realtà italiane entro strutture che si erano sviluppate in aderenza alla specifica situazione nell’Italia settentrionale; fu tuttavia, almeno in una certa misura, una scelta obbligata, se non si voleva che nell’attesa di predisporre nuovi dispositivi, si innescassero movimenti centrifughi difficilmente controllabili.
Anche in materia finanziaria la destra fu condizionata dalla preoccupazione unitaria di cui si è detto. Lo Stato italiano nacque con un bilancio fortemente in deficit; la politica della Destra si orientò dunque verso il contenimento della spesa pubblica e l’aumento delle entrate con l’aggravio delle imposte. Si procedette perciò a un complessivo riordino della legislazione tributaria, ma le diverse misure si rivelarono insufficienti, tanto che venne reintrodotta la tassa sul macinato.
Tra le popolazioni meridionali, non abituate a una forte pressione fiscale, si creò un diffuso malcontento, che fu alimentato anche da altri fattori: la Destra proseguì la politica liberista adottata dal Piemonte cavouriano e l’unificazione politica creò in Italia un unico mercato senza dogane interne; la conseguenza fu che molte imprese meridionali si trovarono private, di colpo, della protezione loro offerta in passato dal regime doganale borbonico e per di più senza le commesse statali, che adesso si rivolgevano in prevalenza a imprese settentrionali.