La vita ad Atene
La vita quotidiana della famiglia ateniese e confronti con sparta. Ricerca con immagini. (6 pagine formato doc)
LA VITA AD ATENE LA VITA AD ATENE La vita quotidiana della famiglia ateniese La famiglia è l'istituto fondamentale della città-stato, la prima cellula del demo e quindi della tribù.
Al matrimonio non si giunge, in Atene, né soltanto per amore né solo per interesse, ma piuttosto in seguito a una meditata decisione familiare che può anche non tener conto dei sentimenti della coppia i cui compiti, del resto, sono nettamente divisi. L'uomo si occupa di tutto ciò che avviene all'esterno, sia che si tratti di lavoro, sia di vita politica, di affari, di compere; mentre la donna ha come destino e missione il buon governo della casa, mettere al mondo figli, la dedizione assoluta al suo uomo. I figli sono necessari per la continuità della famiglia e quindi i maschi valgono di più delle femmine. Il nucleo familiare non è mai, comunque, troppo numeroso per evitare che il patrimonio venga diviso fra troppi eredi: “Abbi un figlio solo per nutrire il patrimonio! - dice Esiodo ne Le Opere e i giorni - E' così che la ricchezza cresce in casa”. L'autorità del capofamiglia è indiscussa, totale ed esclusiva. Solo con la fondazione di un nuovo focolare il figlio, anche se ha già raggiunto la maggiore età, si libera dall'autorità paterna, per assumere le responsabilità che la nuova condizione gli impone. Il divorzio La donna poteva essere ripudiata in qualsiasi momento, anche senza una valida ragione; bastava che il marito recitasse la formula di rito davanti a testimoni e la donna, accompagnata da una serva, tornava alla casa paterna, portandosi i propri gioielli e i propri effetti personali. Ma i divorzi erano meno frequenti di quanto si possa immaginare perché comportavano la restituzione della dote. Inoltre il marito godeva di tutte le libertà personali e non aveva certo interesse a disfarsi di una donna efficiente e sottomessa. Solo la sterilità della moglie era un serio motivo di divorzio. Anche la donna poteva pretendere di tornare libera, ma in questo caso doveva sottoporsi a lunghe pratiche burocratiche. L'uomo e il cittadino L'uomo greco viveva pienamente la propria libertà al di fuori delle mura domestiche. Frequentava ogni giorno l'agorà per discutere di politica e di attualità, partecipava alle assemblee, assisteva agli spettacoli teatrali e alle competizioni sportive e artistiche. Se lo Stato gli assegnava qualche incarico lo svolgeva per il bene della patria e per aumentare il proprio prestigio personale, ma appena assolto il suo compito ritornava a essere un cittadino comune che attendeva ai propri affari personali e alla famiglia. Prima, però, di poter esercitare i suoi pieni diritti di cittadino era obbligato a sottostare, dai 18 ai 20 anni, a un periodo di servizio militare. L'infanzia dei figli I figli minori vivevano nel gineceo con la madre e le donne di casa fino a quando, a sette anni, il maschio cominciava a frequentare la scuola di un maestro. La vita nel gineceo non era noiosa; i bambini avevano i loro giochi: trottole, cerchi,