Ricerca sul vetro
ciclo produttivo, la formatura, il colaggio, la soffiatura, la pressatura, lo stiramento, lavorazione a lume, la ricottura, la decorazione, tipi di vetro, raccolta differenziata del vetro... (11 pagine formato doc)
IL VETRO IL VETRO Il vetro è un materiale costituito da una miscela omogenea di varie sostanze, che assume una consistenza pastosa se riscaldata a una temperatura variabile fra i 1300 e i 1400 °C e che diventa lavorabile intorno ai 1500 °C.
Componente essenziale della miscela è la silice, impiegata nella forma di sabbia silicea, mentre le altre sostanze vengono aggiunte per facilitare la fusione (fondenti), per rendere stabile la struttura del vetro, cioè per impedire la cosiddetta "devetrificazione" (stabilizzanti), e per conferire particolari caratteristiche al materiale stesso (affinanti, coloranti, opacizzanti); allo scopo di facilitare l'avvio del processo di fusione si aggiungono anche rottami di vetro. Il fondente usato per il vetro comune è l'ossido di sodio, nella forma di carbonato (vedi Soda), mentre per i vetri di maggior pregio, più brillanti, si usa il carbonato di potassio, anch'esso nella forma di carbonato (potassa). Per ottenere il "vetro al piombo", noto commercialmente come "cristallo", particolarmente brillante e adatto alla produzione artistica, al carbonato di potassio si aggiunge ossido di piombo, nella forma di litargirio o di minio. Come stabilizzanti si usano ossidi di alluminio (allumina), di bario (barite) o di calcio (calce). Se tutti i componenti della miscela fossero puri il vetro sarebbe incolore e trasparente, ma normalmente alcuni di essi, specialmente gli ossidi, contengono impurità, costituite spesso da ossidi di ferro, che conferiscono un caratteristico colore verde più o meno intenso; per attenuarlo si aggiunge alla miscela un decolorante (fra i più usati, il biossido di manganese). L'aggiunta di quantità minime di talune sostanze conferisce un colore omogeneo a tutta la massa vetrosa. CICLO PRODUTTIVO LA FORMATURA Allo stato fuso il vetro può essere modellato ricorrendo a metodi differenti: colaggio, soffiatura, pressatura e stiramento. IL COLAGGIO Questo procedimento, di origini antichissime, prevede che il vetro fuso venga versato in uno stampo e lasciato solidificare e raffreddare. LA SOFFIATURA La possibilità di soffiare il vetro per conferirgli la forma desiderata fu scoperta sul finire del I secolo a.C. in Medio Oriente e in particolare lungo la costa fenicia. La tecnica conobbe rapida diffusione e rappresentò fino al XIX secolo il metodo più comune per la produzione di recipienti; è tuttora usata per produrre pezzi pregiati o di forma che non consente la pressatura. Utilizzando un tubo di ferro, detto "canna", le cui dimensioni possono variare da 10 a 45 mm di diametro e da 125 a 175 cm di lunghezza, l'artigiano preleva dal forno a crogiolo ("padella") la quantità di vetro fuso sufficiente alla formatura. Poiché il materiale è allo stato pastoso, la porzione prelevata assume l'aspetto di una grossolana goccia, chiamata in vario modo secondo l'uso locale: bolo, pera o, con termine francese usato anche in Italia, paraison. Il bolo appena tolto dalla padella è troppo fluido e tende a colare, per cui vi