Sistema agricolo: definizione e caratteristiche

Evoluzione dell'agricoltura dall'età Romana a i giorni nostri. Significato e caratteristiche del sistema agricolo in Europa (5 pagine formato doc)

SISTEMA AGRICOLO: DEFINIZIONE

Dall’età romana al XVII secolo.

L’innovazione agricola fu + veloce in occidente rispetto a quella dell’oriente.
Il sistema agricolo dell’impero romano era assai avanzato come lo era anche il commercio. Il fondamento di questa economia era costituito dalle grandi aziende agricole schiavili, che producevano prodotti di gran pregio per l’epoca come olio, vino, frutta e ortaggi. Questi prodotti erano destinati ai grandi mercati urbani. Altre vasti aree come la Sicilia e il Nordafrica furono dedicate alla coltura di grano e cereali in genere. Indispensabile era anche la fitta rete commerciale romana che permetteva a questi prodotti di essere commercializzati in tutto l’impero.
Alla caduta dell’impero romano caddero anche questi tipi di coltivazioni.
Al posto delle aziende schiavili nacquero le “ville”. Queste erano sotto il dominio di un unico grande signore e i prodotti ottenuti servivano solo per il sostentamento della comunità agricola locale.  Questa agricoltura di sussistenza portò all’abbandono di molti terreni e gli scambi subirono una grande diminuzione.

TIPI DI AGRICOLTURA

Nel XI il ripristino di una forte politica favorì in europa una ripresa, nacque così la rivoluzione agraria. In questo periodo aumentò nuovamente la produzione di prodotti alimentari e vi fu una notevole espansione demografica. In questo periodo nacque la carruca, un aratro di ferro che permetteva di smuovere il terreno in profondità, permettendo così un minore indebolimento del terreno e quindi una semina + proficua.  Migliorarono perfino le condizioni di lavoro a cui erano sottoposti gli animali.
Si ebbe il cambiamento dal maggese biennale che prevede la divisione del terreno in due parti coltivabili alternativamente, alla rotazione triennale, in cui si divideva il terreno in 3 parti, uno per una coltura autunnale, una primaverile e una lasciata incolta.  
In questo periodo si cominciò a sfruttare anche l’energia eolica e idraulica per azionare i mulini.
Tutte queste innovazioni portarono ad un abbattimento di molte foreste per far posto a nuovo terreno coltivabile.
Tra il 14 e il 15 secolo ci furono una serie di fattori quali carestie e pestilenze che impoverirono nuovamente il settore primario, che si riprese solo nel 16 secolo. In questo periodo grazie alla scoperta dell’America furono importate nuove colture. Nacque in questo periodo il lavoro salariato, cominciò a scomparire il servaggio. In inghilterra vi fu un’importante cambiamento, dai campi chiusi si passo alle recinzioni, un’iniziazione della odierna proprietà privata.

Capitalismo industriale e agrario: caratteristiche

AGRICOLTURA NEL MONDO

DALLA RIVOLUZIONE AGRICOLA DEL XVIII SECOLO AI GIORNI NOSTRI - A partire dal 700 furono importanti le colture dell’america, ricordiamo soprattutto in brasile la canna da zucchero, caffè , cacao, tabacco e cotone.
La coltura di piantagione si serviva di schiavi importati dall’africa e i prodotti erano destinati al mercato europeo. Questo tipo di coltura fu importato anche in asia dai coloni. Cmq in tutti questi territori fu sostituito il maggese a colture di rotazione, permettendo quindi una miglioria del raccolto e un minor impoverimento del terreno.