Il pianeta Mercurio

Chiara ed esauriente relazione sul pianeta arancione.(formato word 4 pg) (0 pagine formato doc)

Appunto di policlinico
Mercurio Mercurio Mercurio è un oggetto deludente per gli osservatori.
Anche attraverso i più grandi telescopi, appare soltanto come una macchia arancione quasi completamente priva di caratteristiche salienti, meno distinta della Luna vista ad occhio nudo, che attraversa un ciclo di fasi mentre ruota intorno al Sole con un periodo orbitale di 88 giorni. La maggior Parte degli astronomi deve quindi accontentarsi di dare semplicemente un'occhiata a questo oggetto esclusivo, durante una delle sue periodiche apparizioni nel cielo del mattino o della sera. Poiché ;mercurio è il pianeta più vicino al Sole, esso e il Sole non appaiono mai molto distinti nel cielo.
Vi sono due buoni periodi x osservare Mercurio. Il primo è quando tramonta dopo il Sole in primavera (marzo-aprile nell'emisfero boreale, settembre-ottobre nell'emisfero australe).Il secondo sorge prima del Sole in autunno (settembre-ottobre nell'emisfero boreale, marzo-aprile nell'emisfero australe). Un'ulteriore complicazione è data dal fatto che la sua orbita +è marcatamente ellittica e la sua distanza dal Sole varia da 46 a 70 milioni di km, sicché anche in queste occasioni vi sono momenti in cui Mercurio è più facile da vedere che non in altri. Anche quando Mercurio si trova nella posizione migliore, per vederlo bisogna che l'orizzonte sia molto limpido; un binocolo è utile per scorgerlo nella luce crepuscolare, perché Mercurio non può mai essere visto in un cielo completamente buio. Con tutte queste complicazioni, non sorprende che molte persone che abitano in città non vedono mai questo pianeta. Ciononostante, vale la pena di osservarlo, perché, al suo massimo splendore, può brillare a una magnitudine di -1 o più!!!. La difficoltà di osservare Mercurio ha portato a un errore di lunga data per quanto riguarda il tempo che esso impiega per ruotare intorno al proprio asse. Verso la fine dell'800, l'astronomo italiano Giovanni Schiapparelli, dopo una lunga serie di osservazioni, avanzò l'ipotesi che il pianeta ruotasse sul proprio asse in 88 giorni, lo stesso tempo impiegato per compiere una rivoluzione intorno al Sole. Esso rivolgerebbe quindi verso il Sole sempre la stessa faccia, come fa la Luna con la Terra. Nel 1920, Eugene Anoniadi, un astronomo di origine greca, compilò una mappa di mercurio basata sull'assunto di un periodo di rotazione di 88 giorni. Questa mappa sembrava sistemare la faccenda una volta per tutte. Poi, nel 1965, sopraggiunse una sorpresa, al Radio-osservatorio di Arecibo, gli astronomi Rolf Dyce e Gordon Pettengill fecero rimbalzare onde radio sulla superficie di Mercurio. Dalle variazioni di frequenza delle onde riflesse, dedussero che Mercurio ha un periodo di rotazione di 59 giorni, due terzi del suo periodo orbitale. Quindi i realtà il Sole sorge e tramonta su mercurio, sia pure molto lentamente. Nel suo moto apparente, visto dalla superficie del pianeta, il sole impiega 176 giorni terrestri a compiere un giro completo; durante questo tempo, Mercurio compie due