Anatomia delle piante

Struttura primaria del fusto (36 pagine formato doc)

Appunto di corsa141199
Nel descrivere la struttura primaria, di un fusto come di una radice, in genere si indicano tre regioni topografiche: epidermide,corteccia e cilindro centrale, che non corrispondono ai tre tipi di meristemi determinati che abbiamo descritto in precedenza. Dovremo ricordarci, nel descrivere questi territori , che l’epidermide deriva dal protoderma, i tessuti conduttori dal procambio e tutti gli altri tessuti ( che facciano parte della corteccia o del cilindro centrale) dal meristema fondamentale. Esaminando una sezione trasversale di un fusto in struttura primaria incontreremo quindi, partendo dall’esterno : - epidermide, che avvolge e delimita il corpo primario; - corteccia, zona in genere pluristratificata ma comunque sempre, nel fusto, di modesto spessore.
La corteccia è formata da più di un tipo di tessuto.
Negli strati più superficiali , nei quali la radiazione solare penetra facilmente , è presente un parenchima clorofilliano; più all’interno, dove la radiazione solare non arriva , i plastidi si saranno differenziati in leucoplasti e il parenchima che li contiene sarà essenzialmente un parenchima di riserva . Nella corteccia trovano la collocazione più adeguata anche i tessuti meccanici. Le sollecitazioni cui va incontro un fusto sono infatti tipicamente sforzi di flessione, che si traducono in uno sforzo di compressione su un lato e in uno di trazione su quello opposto. Le sollecitazioni saranno quindi massime in periferia e nulle nella zona centrale. E’ nella zona periferica che andranno quindi collocate le “ zone resistenti”, costituite dai collenchimi e/o sclerenchimi. La distribuzione dei due tessuti varia molto con le specie. In linea generale possiamo dire che in una pianta che avrà anche una struttura secondaria (alla quale giungerà molto presto , tanto che la struttura primaria sarà costituita solo da pochi centimetri apicali del fusto ), è probabile che nella corteccia primaria si trovino soltanto collenchimi. Questi tessuti non garantiscono una grande resistenza meccanica (sufficiente, però, ad assicurare un buon sostegno a strutture di piccole dimensioni) ma hanno il vantaggio di essere costituiti da cellule vive. La regione sottoepidermica è la più adatta per un tessuto meccanico ma anche , visto che è la più illuminata, per un parenchima clorofilliano. Un tessuto collenchimatico, fatto di cellule vive, può occupare questa regione, in forma di fascia continua pluricellulare sottoepidermica, essere provvisto di cloroplasti e quindi effettuare la fotosintesi(essere, cioè, un “collenchima clorofilliano