Anatomia delle piante
Struttura primaria del fusto (36 pagine formato doc)
Nel descrivere la struttura primaria, di un fusto come di una radice, in genere si indicano tre regioni topografiche: epidermide,corteccia e cilindro centrale, che non corrispondono ai tre tipi di meristemi determinati che abbiamo descritto in precedenza.
Dovremo ricordarci, nel descrivere questi territori , che l’epidermide deriva dal protoderma, i tessuti conduttori dal procambio e tutti gli altri tessuti ( che facciano parte della corteccia o del cilindro centrale) dal meristema fondamentale.
Esaminando una sezione trasversale di un fusto in struttura primaria incontreremo quindi, partendo dall’esterno :
- epidermide, che avvolge e delimita il corpo primario;
- corteccia, zona in genere pluristratificata ma comunque sempre, nel fusto, di modesto spessore.
La corteccia è formata da più di un tipo di tessuto. Negli strati più superficiali , nei quali la radiazione solare penetra facilmente , è presente un parenchima clorofilliano; più all’interno, dove la radiazione solare non arriva , i plastidi si saranno differenziati in leucoplasti e il parenchima che li contiene sarà essenzialmente un parenchima di riserva .
Nella corteccia trovano la collocazione più adeguata anche i tessuti meccanici. Le sollecitazioni cui va incontro un fusto sono infatti tipicamente sforzi di flessione, che si traducono in uno sforzo di compressione su un lato e in uno di trazione su quello opposto. Le sollecitazioni saranno quindi massime in periferia e nulle nella zona centrale. E’ nella zona periferica che andranno quindi collocate le “ zone resistenti”, costituite dai collenchimi e/o sclerenchimi. La distribuzione dei due tessuti varia molto con le specie. In linea generale possiamo dire che in una pianta che avrà anche una struttura secondaria (alla quale giungerà molto presto , tanto che la struttura primaria sarà costituita solo da pochi centimetri apicali del fusto ), è probabile che nella corteccia primaria si trovino soltanto collenchimi. Questi tessuti non garantiscono una grande resistenza meccanica (sufficiente, però, ad assicurare un buon sostegno a strutture di piccole dimensioni) ma hanno il vantaggio di essere costituiti da cellule vive. La regione sottoepidermica è la più adatta per un tessuto meccanico ma anche , visto che è la più illuminata, per un parenchima clorofilliano. Un tessuto collenchimatico, fatto di cellule vive, può occupare questa regione, in forma di fascia continua pluricellulare sottoepidermica, essere provvisto di cloroplasti e quindi effettuare la fotosintesi(essere, cioè, un “collenchima clorofilliano