Le biotecnologie
Definizione e breve storia delle biotecnologie.(3 pagg., formato word) (0 pagine formato doc)
RICERCA: LE BIOTECNOLOGIE RICERCA: LE BIOTECNOLOGIE LE BIOTENOLOGIE: definizione e breve storia Con il termine biotecnologie si intendono tutte quelle tecnologie che utilizzano organismi viventi (batteri, lieviti, cellule vegetali o animali di organismi semplici e complessi) o loro componenti per ottenere quantità commerciali di prodotti utili, oppure per migliorare le caratteristiche di piante e animali o, ancora, per sviluppare microrganismi utili per usi specifici.
Hanno ricadute in molteplici settori: medicina, biologia, ambiente, energia, industria agroalimentare, zootecnia. Le biotecnologie possono essere suddivise in: "tradizionali" e "moderne". Le tradizionali raggruppano tutte quelle attività umane, esistite fin dagli albori della civilizzazione, che sono intervenute nell'evoluzione delle specie biologiche. Esempi di questi interventi sono: la selezione da parte dell'uomo, tramite opportuni incroci, di piante e animali per l'alimentazione come mais, riso e bovini. La biotecnologia tradizionale è anche intervenuta nel mondo microscopico, creando vari ceppi di lieviti, che non sono altro che microrganismi appositamente selezionati. Ad esempio fra le forme più antiche di biotecnologie ricordiamo la produzione delle prime bibite alcoliche in Babilonia (6000 a.c.); la produzione del pane e della birra in Egitto (4000 a.c.); la produzione di formaggio e yogurt in Medio Oriente (3000 a.c.); la produzione di aceto in Egitto (400 a.c.). Quindi la biotecnologia tradizionale è stata solo di tipo agroalimentare. La biotecnologia moderna conserva sempre la componente agroalimentare, ma ne aggiunge un'altra: quella biomedica. Inoltre nella moderna, la modalità d'intervento è completamente nuova: perché opera sull'informazione genetica, cioè il DNA, apportando modificazioni non ottenibili in natura. Questo tipo di biotecnologie, produce OGM. Un OGM è un organismo geneticamente modificato, quindi "un organismo biologico capace di riprodursi (non sempre), il cui materiale genetico è stato modificato in modo diverso da quanto si verifica in natura con l'accoppiamento e/o la ricombinazione genetica naturale". Un esempio possono essere le piante transgeniche. Vale a dire piante alle quali è stato modificato il DNA, con l'aggiunta di brevi tratti d'informazione genetica da organismi molto differenti, che possono conferire loro nuove proprietà, ad esempio la resistenza a parassiti. L'intuizione di manipolare il DNA di una pianta per ottenere prodotti sempre più perfetti, conservabili e soprattutto resistenti agli attacchi di microrganismi e insetti, venne nel 1976 ai ricercatori di una piccola società californiana, la Genenthec. Poi, nel giro di pochi anni, le tecniche di ingegneria genetica hanno rivoluzionato le possibili applicazioni e alzato il fatturato di questo settore dai 2,7 miliardi di dollari del 1989 ai 14 del '94. Che diventeranno 60 nel 2000 e 150 nel 2005, visto che il trend di crescita dei cibi transgenici non sembra conoscere battute d'arres