Polder
Descrizione della tecnica di agricoltura attuata nei territori depressi. (2 pg - formato word) (0 pagine formato doc)
POLDER POLDER Parola olandese, che in origine indicava un lotto di terreno erboso alquanto emergente da acquitrini poco profondi.
Col progredire dei lavori di bonifica nei Paesi Bassi la stessa parola è stata adoperata anche per terreni posti sotto il livello del mare e separati per mezzo di dighe dai terreni circonvicini, in modo che il livello delle acque ”interne” del polder viene regolato artificialmente. Attualmente si distinguono quattro specie di Polder. Il tipo più antico è formato dai bedijkingen (arginature): si tratta di terreni formatisi lungo la bassa costa della Frisia, della Groninga, dell'Overijssel, dell'Olanda settentrionale (allo Zuiderzee) e nei punti dove si accumulano i materiali convogliati al mare dai grandi fiumi (Olanda merid., Zelanda); appena tali terreni rimangono asciutti anche durante il flusso delle maree medie, vengono circondati da dighe per proteggerli contro le maree eccezionalmente alte. Sono dunque terreni al livello del mare o poco più alti. Il guadagno di terreni in questo modo, specie in Groninga e nelle isole Zelandesi, è da secoli piuttosto continuo e ingente, per quanto non siano mancate le catastrofi che condussero alla perdita di terre da secoli abitate. L'intera Zelanda, le isole dell'Olanda merid., più di metà della Frisia sono però state tolte in tale modo al mare. Un secondo tipo è pure esso medievale: per proteggere le terre più alte della paludosa Olanda delle maree e dalle inondazioni dei fiumi si cominciò a circondare case e campi con dighe primitive; col tempo, di questi polder, anch'essi al livello del mare o poco più alti, se ne fecero sempre più grandi; i contadini si unirono in consigli (heemraadschappen) con a capo un capitano delle dighe (dijkgraaf), per secoli la più rispettata autorità di questi liberi paesi, tali istituzioni esistono ancora oggi. Questi Polder, ora detti oudeland (terre vecchie), hanno uno scolo naturale, cioè per mezzo di canali e chiuse, dalle loro “acque interne” nel mare, in un lago o fiume. Nell'insieme ricordano molto le bonifiche del Ferrarese. Assai spesso, anzi quasi sempre, vi è un canale collettore anulare che accompagna la diga e si trova all'interno del polder stesso. Con l'invenzione dei molini a vento -il primo viene installato nel 1408 ad Aalkmaar- la difesa dei Polder esistenti contro l'abbondanza delle acque piovane e delle acque del sottosuolo, costituito a pochissima profondità da argille impermeabili, acque che per entità sorpassano talvolta cinque e anche dieci volte le prime, divenne più facile. Ma furono pure i molini, più tardi perfezionati che resero possibile un terzo tipo di polder, che dal punto di vista tecnico e il più interessante, cioè la droogmakerij o prosciugamento. Si tratta di laghi prosciugati, Questi laghi, poco profondi, erano in gran parte naturali a nord della linea Amsterdam -ymuiden- ; a sud di quella linea erano quasi sempre artificiali formati scavando la torba dei polder dell'oudeland. Sotto la