Relazione sugli stati di aggregazione della materia e sui passaggi di stato

Richiami teorici e relazione sull'esperimento che chiarisce i vari passaggi di stato. Con immagini. (formato doc - pg. 3) (0 pagine formato doc)

Appunto di celestyna
Potente Alessandra Potente Alessandra Licari Sabrina Classe 1G Data esercitazione: 04 Dicembre 2000 RICHIAMI TEORICI Un corpo può essere distinto in base al suo stato fisico dipendente dall'aggregazione delle diverse particelle che costituiscono la sostanza di cui il corpo è formato, dal tipo di materia che lo costituisce, dalla temperatura in cui si trova e dalla pressione (che agisce sull'unità di superficie).
La forza di legame che dà origine all'aggregazione delle particelle è tanto minore quanto maggiore è il contenuto d'energia. I solidi possiedono forma e volume proprio, e spesso hanno una forma geometrica regolare che dipende dalla disposizione delle varie particelle che compongono la sostanza costituente il corpo e sono incomprimibili. I liquidi hanno un volume proprio, ma assumono la forma del recipiente che li contiene e sono incomprimibili.
Gli aeriformi, non possiedono una forma ed un volume propri, ma tendono ad occupare il volume del recipiente che li contiene assumendone la forma; hanno densità molto piccola e si comprimono facilmente, poiché le particelle sono rarefatte. PASSAGGI DI STATO Una sostanza può cambiare il proprio stato d'aggregazione attraverso trasformazioni di tipo fisico. La vaporizzazione avviene solo in superficie (evaporazione) o in tutto il liquido (ebollizione) e riguarda il vapore acqueo. La liquefazione avviene per raffreddamento di un vapore (condensazione) o di un gas (liquefazione). MATERIALI USATI Provetta Polvere di zolfo Pinza Lampada Bunsen Due capsule di porcellana (di cui una ricoperta con carta d'alluminio) Beker Microscopio stereo Soluzione di solfato rameico pentaidrato Agitatore Piccolo frammento di iodio Imbuto di vetro (dal diametro maggiore della capsula) PROCEDIMENTO PARTE PRIMA: fusione e solidificazione. Riempita una provetta per circa metà con polvere di zolfo e tenendola con la pinza, l'abbiamo posta sulla fiamma del bunsen, movendola attentamente senza rivolgerla verso i compagni. Una volta raggiunta la temperatura d'ebollizione dello zolfo, l'abbiamo versato rapidamente in una capsula di porcellana ricoperta con la carta d'alluminio e dopo aver aspettato il suo raffreddamento l'abbiamo staccato. OSSERVAZIONI: lo zolfo, fondendo a 119°C, ha formato un liquido giallo; a mano a mano che la temperatura saliva, da giallo è diventato arancione e più viscoso, fino a quando, raggiunta la temperatura d'ebollizione, di 444,6°C, ha assunto un colore nero e ritornando allo stato liquido. A questo punto, versato nella capsula, lo zolfo si è solidificato ed ha assunto un aspetto diverso: è tornato giallo; il lento raffreddamento della parte a contatto con l'aria, ha dato origine a zolfo ? che cristallizza in piccolissimi aghi; la parte a contatto con la carta stagnola, sulla quale sono brinati i vapori di zolfo prodottisi durante l'ebollizione, non avendo il tempo di cristallizzare, si è presentata liscia e levigata. Al microscopio stereo, l'elemento, è parso sottoforma di piccoli grumi, costituiti