Metodologie e Analisi dei film
Note molto ben argomentate per un'introduzione agli studi sul cinema e all'analisi dei film, con contributi di vari autori (19 pagine formato doc)
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Analisi testuale del film.
1964 Christian Metz fonda la semiologia del cinema come disciplina pubblicando alcuni saggi; propone la grande sintagmatica: tipologia dei diversi modi in cui il montaggio ordina lo spazio e il tempo nei diversi segmenti del film narrativo. Il 1966 è l'anno in cui potremmo far risalire la nascita dell'analisi testuale: Raymond Bellour teorizza e pratica l'analisi filmica e pubblica un volume dedicato all'analisi dei film. Nel 1977 Roger Odin pubblica un repertorio biografico riconducibile alla pratica dell'analisi testuale; secondo lui l'obiettivo dell'analisi filmica è di distinguersi dalla critica che esprime giudizi di valore prestando attenzione al funzionamento significante di un film al fine di produrre un significato.
Bellour si interroga sulle origini dell'analisi filmica mettendo a fuoco quella che lui definisce analisi preistorica. Jacques Aumont e Michel Marie tracciano una preistoria della pratica analitica individuando un esempio primigenio nello scritto del 1934 dedicato alla corazzata Potemkin by regista Ejzenstejn. Si prendono in esame questi scritti come ritenuti pertinenti per incarnare le origini dell'analisi fimica perché presentano due componenti affini agli obiettivi formulati da Odin: l'attenzione per il significato di un film si accompagna ad una attenzione per i meccanismi che producono tale significato, sistematicamente individuati nella forma + attenzione verso la prospettiva adottata per far emergere tali meccanismi. Esemplari le considerazioni di Truffaut riguardo l'Ombra del dubbio di Hitchcock (associa il tema dell'identità alla ricorrenza del numero due attraverso la quale è strutturato il film), le riflessioni di Bazin sul piano sequenza e la profondità di campo riguardo Welles, la composizione plastica del suo montaggio di Ejzenstejn.
Strutturalismo: la semiologia strutturalista crea le condizioni per la nascita dell'analisi testuale del film che accorda uguale attenzione al proprio oggetto e al proprio metodo, dunque interagisce su due livelli. Pur dovendo molto alla semiologia strutturalista i primi esempi di analisi testuale del film di rado puramente strutturali. Importanti Metz (applica la grande sintagmatica) e Bellour (analizza Gli Uccelli e scrive un saggio a sulla sequenza ambientata a Bodega Bay dove Melanie Daniels porta in dono alla sorellia di Mitch due pappagallini: abbiamo un racconto per immagini. Prende corpo l'idea che il cinema americano classico, di cui quello Hitchcockiano è rappresentativo, attivi una struttura basata su di un gioco di rime, richiami, rotture, strappi ma anche spostamenti e condensazioni che riguardano la dimensione stilistica del testo, la successione delle inquadrature, il montaggio e anche l'universo psichico e in particolare l'Edipo).
Uno sguardo storico.
{Elena Dagrada}1964 Christian Metz fonda la semiologia del cinema come disciplina pubblicando alcuni saggi; propone la grande sintagmatica: tipologia dei diversi modi in cui il montaggio ordina lo spazio e il tempo nei diversi segmenti del film narrativo. Il 1966 è l'anno in cui potremmo far risalire la nascita dell'analisi testuale: Raymond Bellour teorizza e pratica l'analisi filmica e pubblica un volume dedicato all'analisi dei film. Nel 1977 Roger Odin pubblica un repertorio biografico riconducibile alla pratica dell'analisi testuale; secondo lui l'obiettivo dell'analisi filmica è di distinguersi dalla critica che esprime giudizi di valore prestando attenzione al funzionamento significante di un film al fine di produrre un significato.
Bellour si interroga sulle origini dell'analisi filmica mettendo a fuoco quella che lui definisce analisi preistorica. Jacques Aumont e Michel Marie tracciano una preistoria della pratica analitica individuando un esempio primigenio nello scritto del 1934 dedicato alla corazzata Potemkin by regista Ejzenstejn. Si prendono in esame questi scritti come ritenuti pertinenti per incarnare le origini dell'analisi fimica perché presentano due componenti affini agli obiettivi formulati da Odin: l'attenzione per il significato di un film si accompagna ad una attenzione per i meccanismi che producono tale significato, sistematicamente individuati nella forma + attenzione verso la prospettiva adottata per far emergere tali meccanismi. Esemplari le considerazioni di Truffaut riguardo l'Ombra del dubbio di Hitchcock (associa il tema dell'identità alla ricorrenza del numero due attraverso la quale è strutturato il film), le riflessioni di Bazin sul piano sequenza e la profondità di campo riguardo Welles, la composizione plastica del suo montaggio di Ejzenstejn.
Strutturalismo: la semiologia strutturalista crea le condizioni per la nascita dell'analisi testuale del film che accorda uguale attenzione al proprio oggetto e al proprio metodo, dunque interagisce su due livelli. Pur dovendo molto alla semiologia strutturalista i primi esempi di analisi testuale del film di rado puramente strutturali. Importanti Metz (applica la grande sintagmatica) e Bellour (analizza Gli Uccelli e scrive un saggio a sulla sequenza ambientata a Bodega Bay dove Melanie Daniels porta in dono alla sorellia di Mitch due pappagallini: abbiamo un racconto per immagini. Prende corpo l'idea che il cinema americano classico, di cui quello Hitchcockiano è rappresentativo, attivi una struttura basata su di un gioco di rime, richiami, rotture, strappi ma anche spostamenti e condensazioni che riguardano la dimensione stilistica del testo, la successione delle inquadrature, il montaggio e anche l'universo psichico e in particolare l'Edipo).