Fonti del diritto, cosa sono
Fonti del diritto, cosa sono: riassunto sulle fonti del diritto e tipologie; criteri di risoluzione delle antinomia; criteri di interpretazione della legge; atti aventi forza di legge: decreto legislattivo, decreto legge; legge ordinaria e riserve; legge formalmente ordinaria; legge provvedimento; atti normativi secondari; leggi speciali (3 pagine formato docx)
FONTI DEL DIRITTO, COSA SONO
Fonti del Diritto.
Le fonti del diritto sono gli atti o i fatti idonei alla produzione delle regole di diritto. Tra questi distinguiamo le fonti di produzione (del diritto) che sono quelli che producono lo stesso diritto.Le fonti atto sono quelle che rientrano nel diritto scritto (per esempio la legge ordinaria, la Costituzione) differentemente dalle fonti fatto che non rientrano nello stesso (è il caso delle consuetudini). Le fonti di cognizione, sono invece quelle fonti che accolgono le disposizioni prodotte nell’ambito del diritto: sono i testi unici, la gazzetta ufficiale della repubblica e simili.
Per quanto concerne le norme queste affluiscono a varie categorie gerarchiche che le pongono in una condizione di superiorità od inferiorità. Sono definite quindi le norme di rango costituzionale (costituzione, leggi costituzionale, leggi di revisione della costituzione) e le norme di rango primario (legge ordinaria) con la caratteristica di essere un sistema ‘chiuso’, ovvero il cui unico modo di previsione e legittimazione è quello previsto dalla costituzione.
Le fonti del diritto privato: riassunto
LE FONTI DEL DIRITTO ITALIANO
Caratteri del sistema giuridico di norme sono quindi la loro completezza (le norme devono essere complete e coprire tutti gli ambiti disciplinabili), coerenza (cioè coerenza tra le stesse norme, in modo che non siano contraddittorie tra loro) e devono essere unitarie (devono farsi ricondurre ad un unico denominatore, come fonte legittimante: la Costituzione).
Nel momento in cui le norme sono in contrasto tra loro, è ben possibile individuare dei metodi risolutivi di queste controversie, chiamate antinomie. Le antinomie tra norme si risolvono sulla base di un Criterio Cronologico, in base a cui la norma da applicare è quella più recentemente nel tempo introdotta. Questa è applicabile tra leggi dello stesso rango. Il metodo cronologico individua nella nuova legge quella da applicare abrogando, la precedente cioè circoscrivendo la sua efficacia sino a quel momento.
Quali sono le fonti del diritto, riassunto
GERARCHIA DELLE FONTI DEL DIRITTO
L’abrogazione è tacita (quando applicata automaticamente dal legislatore), espressa (quando espressamente stabilita dal legislatore) o per disciplina nuova nella materia. Esistono inoltre delle clausole di risoluzione espressa, che mirano ad abrogare parte delle disposizioni previste. Il criterio gerarchico invece è usato tra norme di diverso rango ed ovviamente sono da applicare le norme, poste a un livello gerarchicamente superiore. La norma di livello inferiore contrastante non sarà abrogata bensì invalidata e poi annullata, con cui si eliminano gli effetti passati e futuri della stessa. Diversa è il criterio di competenza con cui si stabilisce quale legge applicare in sintonia con una più attenta analisi del caso concreto considerato.
Gerarchia delle fonti del diritto: riassunto
LE FONTI DEL DIRITTO, RIASSUNTO
L’interpretazione della legge è la fase più delicata: interpretando la legge è possibile trasformare le disposizioni in norme quindi in effettive regole da applicare. L’interpretazione può essere di varia tipologia, ma la basilare è quella letterale: questa mira a dare significato mero e proprio delle parole senza interpretarle diversamente. Dal principio latino in claris no fit interpretatio – non v’è interpretazione laddove non v’è chiarezza, notiamo come talvolta questa possa portare a conseguenze aberranti ed è allora bene prevedere un’interpretazione logico-sistematica, ovvero ben applicata al caso di specie considerata, un’interpretazione teleologica cioè risalendo alla ratio, ovvero la motivazione per la quale il legislatore ha previsto una disposizione di quel tipo piuttosto che ad un’interpretazione autentica, ovvero data dal legislatore come ‘manuale’ da seguire nell’interpretazione di quella legge.