Le regioni
Annotazioni brevi sulla riforma del titolo V della Costituzione (4 pagine formato doc)
Nel 2001 nei vari tentativi di riforma
del nostro sistema il più importante è che agli inizi
degli anni '90 ci furono i primi tentativi di attuazione del
federalismo italiano a costituzione invariata di natura più
artificiale che amministrativa diventava sempre più efficiente
ed evidente l'istanza e l'autonomia da parte degli enti
territoriali minori non solo da parte delle regioni e delle province,
ma anche dai comuni.
Il 7 ottobre del 2001 si costituisce il referendum costituzionale dove si chiedette ai cittadini se volevano adottare questa riforma costituzionale. I tempi essendo sufficientemente maturi per rivedere la parte seconda della costituzionale, tale riforma sul titolo V fu approvata. Poco dopo si è avuta la promulgazione da parte del presidente della repubblica e la pubblicazione della nuova legge costituzionale numero 3 entrata in vigore l'8 novembre del 2001. Essa composta da ben 11 art. modificano e abrogano alcune volte ben 15 art. della nostra costituzione del titolo V.
Questa riforma capovolge il sistema degli enti locali, delle regioni e modifica l'assetto dell'ordinamento italiano nel senso che lo Stato passa da uno stato regionale a uno stato tendenzialmente federale perché i requisiti di tale stato non rinvengono in questa riforma. C'è una tendenza a conferire una sempre maggiore autonomia alle regioni ma non è conferita alle regioni una piena autonomia decisionale come avviene negli stati federali. C' è un importante spostamento dei poteri e delle funzioni dal centro alla periferia. Questo spostamento però non riguarda la potestà legislativa e amministrativa legata allo stato, ma solo il riconoscimento di pochissima autonomia in materia finanziaria, tanto è vero che la nuova formulazione dell'art. 119 concernente l'autonomia finanziaria e il punto di arrivo del lungo processo del federalismo fiscale.
Questo ha determinato nel nostro parlamento a
rivedere l'art. 5 della cost. repubblicana; poiché però
il procedimento di revisione a cui l'art. 138 ci fu un'approvazione
(2 più 2) soltanto con maggioranza assoluta si dovette
procedere con il referendum.Il 7 ottobre del 2001 si costituisce il referendum costituzionale dove si chiedette ai cittadini se volevano adottare questa riforma costituzionale. I tempi essendo sufficientemente maturi per rivedere la parte seconda della costituzionale, tale riforma sul titolo V fu approvata. Poco dopo si è avuta la promulgazione da parte del presidente della repubblica e la pubblicazione della nuova legge costituzionale numero 3 entrata in vigore l'8 novembre del 2001. Essa composta da ben 11 art. modificano e abrogano alcune volte ben 15 art. della nostra costituzione del titolo V.
Questa riforma capovolge il sistema degli enti locali, delle regioni e modifica l'assetto dell'ordinamento italiano nel senso che lo Stato passa da uno stato regionale a uno stato tendenzialmente federale perché i requisiti di tale stato non rinvengono in questa riforma. C'è una tendenza a conferire una sempre maggiore autonomia alle regioni ma non è conferita alle regioni una piena autonomia decisionale come avviene negli stati federali. C' è un importante spostamento dei poteri e delle funzioni dal centro alla periferia. Questo spostamento però non riguarda la potestà legislativa e amministrativa legata allo stato, ma solo il riconoscimento di pochissima autonomia in materia finanziaria, tanto è vero che la nuova formulazione dell'art. 119 concernente l'autonomia finanziaria e il punto di arrivo del lungo processo del federalismo fiscale.