Purgatorio: canti 1-8

Struttura, personaggi, figure retoriche e analisi dettagliata dei primi otto canti del Purgatorio di Dante (6 pagine formato doc)

Appunto di mikra

PURGATORIO: CANTI

Il Purgatorio Canto I
LUOGO: ai piedi della montagna del purgatorio
TEMPO: alba del 10 aprile del 1300 (Domenica di Pasqua)
CUSTODE: Catone l’Uticense

Struttura
1.

Il proemio
Il proemio segue il modello classico in due parti:
- esposizione dell’argomento: il viaggio nel purgatorio
- invocazione alle Muse: Calliope, musa della poesia epica, che trasformò in gazze le figlie di Pierio, re di Tessaglia, che avevano sfidato nel canto le Muse e ne erano stata battute. Recupera il mondo classico sia sul piano letterario che storico, e lo salda con il mondo cristiano, evidenziandone la continuità (le chiama “sante” Muse)
2.
Il paesaggio purgatoriale
Dopo il proemio Dante presenta una descrizione, con riferimenti astronomici secondo il gusto medievale, del paesaggio purgatoriale, caratterizzato da silenzio, serenità e luminosità.
- cielo azzurro, limpido, illuminato da Venere, il pianeta dell’amore, e da 4 stelle che simboleggiano le virtù cardinali (fortezza, giustizia, temperanza, prudenza), necessarie per la salvezza dell’anima

CANTO 1 PURGATORIO: PERSONAGGI

3. Dialogo tra Catone e Virgilio
CATONE: (veglio = dal provenzale. Ha un suono più dolce di vecchio, usato per Caronte. Inoltre Catone è “degno di rispetto”, mentre Caronte è un “vecchio con occhi di bragia”) custode del purgatorio rappresentato con capelli e barba lunghi, in segno di lutto per la fine della libertà politica, illuminato dalle stelle che simboleggiano le virtù cardinali non più praticate dall’uomo durante i periodi di decadenza morale.
Uomo politico che lottò contro Cesare per affermare la libertà pubblicana e che, in seguito alla sconfitta,si suicidò. ïÂÂÂÂÂÃ?Æ?  Perché un suicida pagano che dovrebbe essere nel limbo? Perché è simbolo della coscienza del dovere, della tensione verso la libertà, della virtù realizzata. DANTE AMMETTE LA LIBERTA’ SOPRA OGNI ALTRA COSA.
Dante non risponde alle domande rivolte da Catone a lui e a Virgilio, ma risponde quest’ultimo (Dante assiste al dialogo in silenzio e in ginocchio). Per ottenere il permesso per il viaggio usa la “captatio benevolentiae”: lo supplica in nome della moglie Marzia. Ma Catone accetta comunque perché il viaggio è per volontà divina, invitando Virgilio ad effettuare il rito di purificazione necessario affinché Dante cancelli i residui di peccato.
4. Purificazione di Dante
Virgilio, in una simbolica luce d’alba, purifica con la rugiada il volto di Dante e, in riva al mare, gli cinge i fianchi di un ramo di giunco.
- ALBA  speranza di recuperare il bene, in contrapposizione al buio infernale che simboleggia il peccato
- SOLITUDINE DEL LUOGO caduta nel peccato e importanza della Grazia divina per recuperare il bene
- ABLUZIONE DEL VISO DI DANTE  vi erano ancora tracce delle lacrime versate nell’inferno: simboleggia la riconquista della virtù
- GIUNCO per la sua flessibilità e assenza di nodi, rappresenta l’umiltà necessaria al penitente per accettare le pene espiatorie
- RINASCERE DEL GIUNCO  la forza dell’umiltà, virtù inesauribile

Purgatorio: Canto 1: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 2: testo, parafrasi, commento e figure retoriche | Canto 3: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 4: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 5: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 6: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 11: testo, parafrasi e figure retoriche | Canto 21: testo, parafrasi e figure retoriche

PURGATORIO CANTO 1 FIGURE RETORICHE

Figure retoriche
a) METAFORA vv. 1-3: l’ingegno di Dante è indicato con l’espressione “La navicella del mio ingegno” a cui corrisponde l’altra metafora del “mar sì crudele” che indica l’inferno
b) IPALLAGE v. 7: l’espressione “la morta poesì” (= la poesia che ha trattato delle anime dei dannati) presenta un’ipallage: caratterizzare un termine con una qualificazione che spetterebbe ad un altro termine (“morta” viene riferito alla poesia, e non alle anime dei dannati)
c) ZEUGMA v. 51: uso di un unico verbo per più enunciati. “Reverenti mi fé le gambe e ‘l ciglio”: solo il termine ciglio si accorda al verbo, mentre le gambe non si possono rendere riverenti
d) SINEDDOCHE v. 78: per indicare la figura di Marzia, il poeta fa riferimento ai suoi occhi, definiti “casti” (parte per il tutto)

Purgatorio Canto 1: parafrasi

PURGATORIO: CANTO 3

Canto III Purgatorio
LUOGO: ai piedi della montagna del purgatorio
TEMPO: prime ore del mattino del 10 aprile del 1300 (Domenica di Pasqua)
ESPIANTI: spiriti negligenti che attesero l’ultimo minuto di vita per pentirsi; morti scomunicati
CUSTODE: Catone Uticense
FIGURE E PERSONAGGI: Manfredi di Svevia
PENA: i negligenti sono costretti ad attendere nell’antipurgatorio, prima di essere ammessi ad espiare le loro colpe nell’antipurgatorio, tanto tempo quanto vissero in peccato; se morti in stato di scomunica però l’attesa è pari a trenta volte il tempo che vissero scomunicati
CONTRAPPASSO: tardarono a pentirsi in vita, ora è ritardato l’inizio dell’espiazione delle loro colpe.

Purgatorio Canto 2: riassunto