Le valutazioni di convenienza economica

La logica delle valutazioni economiche.La valutazione dei progetti di investimento.La scelta del tasso di valutazione.Il pay back period.La logica differenziale.La chiusura di un reparto produttivo.(formato word 34 pagg.) (0 pagine formato doc)

Appunto di pibe
3 LE VALUTAZIONI DI CONVENIENZA ECONOMICA La logica delle valutazioni economiche Tutte le decisioni aziendali, prima di essere prese, devono verificare i principi di razionalità economica.
Più precisamente: a. una decisione va sempre presa quando accresce il profitto dell'impresa; b. tra più alternative decisionali ugualmente possibili dovrà preferirsi quella che, in relazione alla natura delle conseguenze economiche indotte: minimizza i costi; oppure massimizza i ricavi; oppure massimizza la differenza tra ricavi e costi, cioè il margine totale di contribuzione. Quando gli effetti economici delle decisioni prese in esame si dispiegano per un periodo di tempo non breve (superiore all'anno), ai fini del calcolo di convenienza diventa rilevante considerare anche il momento in cui ogni effetto economico della decisione si manifesta.
Ciò implica che i costi, ricavi e margini di contribuzione, prima di essere confrontati tra di loro, devono essere “trasformati” in valori equivalenti sotto il profilo finanziario. La finalità di questa trasformazione è anche quella di semplificare la struttura del problema decisionale. Il calcolo di convenienza economica segue il principio della incrementalità (o differenzialità): per formulare il giudizio di convenienza economica è necessario e sufficiente prendere in esame le manifestazioni economiche incrementali (costi, ricavi, investimenti), quelle cioè che conseguono a ciascuna scelta e che in sua assenza non si verificherebbero; nel caso in cui debba essere istituito un confronto tra due o più alternative, questo confronto può essere limitato alle sole grandezze economiche che differenziano le alternative in esame, trascurando i fattori comuni. Nell'applicazione dei suddetti principi, occorre inoltre ricordarsi che: non assumono rilevanza ai fini delle valutazioni di convenienza economica i costi già sostenuti in passato (cd. sunk costs o costi "affondati"); detto in altri termini, nessun costo è significativo ai fini decisionali se non è futuro (anche se, per quanto detto sopra a proposito del principio di incrementalità, non tutti i costi futuri sono rilevanti ai fini decisionali); qualora l'impresa abbia già a disposizione i fattori per dar corso ad un opzione decisionale, è necessario imputare 'a carico' della decisione in esame il valore di realizzo di questi fattori produttivi, o il loro 'costo opportunità', inteso come il costo della rinuncia alla remunerazione derivante da un loro uso alternativo; non bisogna dimenticarsi che alcune decisioni producono effetti collaterali, cioè hanno ricadute sulle attività che l'impresa sta già realizzando (ad esempio, il lancio di un nuovo prodotto può 'cannibalizzare' i ricavi di vendita di un prodotto già immesso sul mercato; occorre infine saper valutare le conseguenze indotte dalla decisione in esame su quelle future; un'opzione che oggi appare conveniente potrebbe infatti ridurre la flessibilità dell'impresa al mutare del contesto, limitandone la liber