Oppio: derivati ed effetti
Già nel 100 a.C. l'oppio era utilizzato nella medicina popolare e somministrato insieme a cibi o bevande. (2 pagine formato doc)
Sostanza narcotica prodotta dalla resina essiccata della capsula immatura del papavero da oppio, Papaver somniferum.
L'oppio viene coltivato soprattutto in Turchia e India. A livello mondiale la richiesta legittima di oppio è di circa 680 tonnellate all'anno, ma una quantità molte volte maggiore viene distribuita illegalmente. Nella sua forma commerciale l'oppio è una massa color castagna, appiccicosa e piuttosto morbida, che tende a indurirsi dall'interno man mano che invecchia. Dalla sua lavorazione si ottiene la morfina, che per lungo tempo è stata il principale analgesico impiegato in medicina, sebbene oggi siano disponibili sostituti sintetici come la petidina; l'eroina, circa tre volte più potente; e la codeina.
Oppio e derivati vengono detti oppiacei. Le molecole degli oppiacei hanno struttura chimica e proprietà analgesiche simili a quelle di composti chiamati endorfine o encefaline, prodotti in modo endogeno dall'organismo. In virtù di queste somiglianze gli oppiacei utilizzano gli stessi recettori delle molecole endogene e hanno, pertanto, un effetto analgesico molto simile.
Gli oppiacei provocano una forte sensazione di piacere ed euforia, per la quale sono soggetti a largo abuso nella popolazione. Queste sostanze provocano dipendenza e sindromi da astinenza molto violente ed estremamente difficili da superare; inoltre, per continuare a raggiungere lo stato di benessere devono essere assunte in dosi sempre maggiori. Malnutrizione, complicanze respiratorie e ipotensione arteriosa sono alcune delle patologie più comunemente associate alla tossicodipendenza da oppiacei.