I
filtri sono dei sistemi nei quali il segnale di ingresso viene
trasferito in uscita in maniera diversa a seconda della frequenza
dello stesso, essi svolgono cioè una funzione selettiva.
La
relazione che intercorre tra l'ingresso e l'uscita del sistema è
detta
funzione di trasferimento. Nel caso dei filtri, il
rapporto tra l'uscita e l'ingresso del sistema è detto
attenuazione o
guadagno.
In
elettronica esistono diverse categorie di filtri, che si classificano
in base alla tecnologia, che sono:
- i filtri analogici
- i filtri digitali.
- I FILTRI ANALOGICI
Lo
scopo dei filtri analogici è quello di eliminare una parte del
contenuto armonico di un segnale periodico, lasciandone inalterata la
parte restante. I filtri analogici si classificano, in base alle
componenti utilizzate per realizzarli, in:
1)
filtri
passivi, cioè quei filtri composti da resistori, da induttori e
da condensatori.
2)
filtri
attivi, cioè quei filtri composti da transistor e da circuiti
integrati.
I
filtri passivi sono dei circuiti elettrici in grado di ottenere in
uscita, come valore massimo, il valore dell'ingresso.
Essi sono
composti da componenti passivi come i resistori, le induttanze e i
condensatori; sono proprio questi due componenti che, avendo una
reattanza che dipende dalla frequenza, sono in grado di influire nel
circuito in modo diverso al variare della frequenza, applicando
quindi una selezione del segnale in base alla frequenza dello stesso.
La porzione di frequenze in cui il segnale passa inalterato viene
comunemente chiamata
banda passante mentre la porzione in cui
il segnale viene attenuato prende il nome di
banda oscura. Il
valore di frequenza che divide le due bande viene chiamato
frequenza
di taglio. Esistono quattro tipi di filtri, che si differenziano
in base alla banda passante, che sono: