Regime Sinusoidale

Appunti sui circuiti in regime sinusoidale, con spiegazioni relative ad numeri complessi, impedenza, fasori, resistori, filtri, decibel (15 pagine formato pdf)

Appunto di tiazzone
La forma d’onda sinusoidale è tra le più comuni in elettronica.
La tensione (o la corrente) non hanno in tal caso valore costante nel tempo, ma variabile periodicamente secondo la legge matematica: v(t)=VP sin (ωt + ϕ)
Dove: VP: ampiezza (detta anche tensione di picco), rappresenta il valore massimo della tensione; ω: pulsazione, misurata in rad/s; t: tempo, è la variabile indipendente misurata in s; ϕ: fase, misurata in radianti o gradi.
Inoltre, è possibile ricavare le seguenti quantità, che dipendono da ω: T = 2π /ω: periodo, si misura in secondi ed esprime la durata nel tempo della parte “ripetitiva” del segnale; f = ω/ 2π = 1/ Τ : frequenza, indica il numero di periodi contenuti in un secondo e si misura in Hz.
Poiché ω= 2πf, la funzione si può esprimere anche nella forma: v(t)=VP sin (2πf t + ϕ)
Esempio: la tensione sinusoidale v(t)= 2 sin (4π t) ha ampiezza pari a 2 V, pulsazione pari a 4π rad/s e fase pari a 0; si avrà quindi f = 4π / 2π = 2 Hz e t = ½ = 0.5 s (fig.
1).
Se la fase è diversa da zero, la curva risulterà traslata verso sinistra (anticipo) nel caso essa abbia segno positivo, oppure verso destra (ritardo) nel caso abbia segno negativo.