L'idealismo oggettivo ed estetico di Schelling
In sintesi il pensiero di Schelling nella sua continua evoluzione: dalla critica all'idealismo di Ficthe, il suo idealismo trascendentale, alla filosofia sua Filosofia della Natura, fino alla filosofia Positiva (4 pagine formato doc)
SCHELLING
Schelling all'inizio fu fichtiano, successivamente mosse in una direzione assai differente rispetto a Fichte sul problema decisivo dello spirito assoluto, che Fichte identifica nell'Io assoluto da cui pretende di dedurre l'oggettività.
In realtà, mette in evidenza Schelling, l'oggetto, che viene dedotto come semplice limite interno all'Io (che lo pone come non-Io), non ha in sé alcuna positività e si riduce a essere mero ostacolo per l'azione morale. Negando ogni carattere autonomo all'oggettività ossia alla natura, Fichte ricade nella vecchia teleologia, secondo la quale la natura esiste per uomo, gli enti naturali esistono solo per permettere all'uomo di realizzare i suoi fini. Per Schelling, invece, solo se si intende il principio come unità di soggetto e oggetto, di pensiero ed essere, é possibile poi dedurre da esso sia il soggetto che l'oggetto.
L'Io assoluto di Fichte pretende di essere una sintesi di forma e contenuto, di soggetto e oggetto, ma essendo un Io, puro soggetto, può soddisfare tale pretesa solo verbalmente, il suo rimane un idealismo soggettivo. Schelling si propone invece di costruire un idealismo oggettivo: il principio va pensato come assoluto, come un vero e proprio soggetto-oggetto, superiore sia al soggetto che all'oggetto e dal quale entrambi devono derivare.
In generale, il soggetto è lo spirito che culmina nell'autocoscienza, l'oggetto è la natura che culmina nella vita, ma natura e spirito sono paralleli.