Heidegger - Lettera sull'umanismo
Sintesi del libro di Heidegger (26 pagine formato doc)
Gran
parte del lavoro filosofico consiste nel tentativo di vedere le cose
in maniera diversa, quelle che noi vediamo normalmente in maniera
opaca, chiusa, e questa è una cosa che costa fatica.
E' sempre stato difficile, e lo è diventato in modo particolare in quest'epoca perché, a partire grosso modo dagli anni 20 - 30 del secolo scorso (cioè dal 900 in poi) si va affermando un modo di concepire l'esistenza umana (innanzitutto come esistenza sociale, produttiva ecc.) in cui l'elemento dominante è l'ottimizzazione tecnica; vale a dire la tendenza a far sì che la propria azione, la propria prassi sia immediatamente finalizzata ad un obiettivo esibibile, socialmente riconoscibile.
La società italiana, almeno negli anni 20-30, è uno dei tanti esempi (insieme con altre società occidentali) in cui tutto è scandito dai ritmi dell'ottimizzazione.
Il primo modello di questa cosa è stato la catena di montaggio nelle grandi fabbriche dove gli operai si trovavano in una condizione che allora era definita di "alienazione", nel senso che erano costretti, anziché a lasciare libero il corso delle loro potenzialità, cioè lasciarle libere verso 10, 100 scopi, finalità, erano obbligati a indirizzarlo verso un'unica finalità.
Questo modello è il più antifilosofico possibile: costringe le energie, le capacità, le potenzialità umane in una direzione che è completamente dominata dall'immediata finalità.
Questa cosa non è mai finita. Anche le attività intellettuali sono sempre più inserite in una griglia di necessità ottimizzata..
E' sempre stato difficile, e lo è diventato in modo particolare in quest'epoca perché, a partire grosso modo dagli anni 20 - 30 del secolo scorso (cioè dal 900 in poi) si va affermando un modo di concepire l'esistenza umana (innanzitutto come esistenza sociale, produttiva ecc.) in cui l'elemento dominante è l'ottimizzazione tecnica; vale a dire la tendenza a far sì che la propria azione, la propria prassi sia immediatamente finalizzata ad un obiettivo esibibile, socialmente riconoscibile.
La società italiana, almeno negli anni 20-30, è uno dei tanti esempi (insieme con altre società occidentali) in cui tutto è scandito dai ritmi dell'ottimizzazione.
Il primo modello di questa cosa è stato la catena di montaggio nelle grandi fabbriche dove gli operai si trovavano in una condizione che allora era definita di "alienazione", nel senso che erano costretti, anziché a lasciare libero il corso delle loro potenzialità, cioè lasciarle libere verso 10, 100 scopi, finalità, erano obbligati a indirizzarlo verso un'unica finalità.
Questo modello è il più antifilosofico possibile: costringe le energie, le capacità, le potenzialità umane in una direzione che è completamente dominata dall'immediata finalità.
Questa cosa non è mai finita. Anche le attività intellettuali sono sempre più inserite in una griglia di necessità ottimizzata..