Confronto tra Eraclito e Parmenide

Descrizione delle filosofie di Eraclito e di Parmenide con particolare attenzione ad analogie e differenze (2 pagine formato doc)

Appunto di lauramorbiato96

ERACLITO E PARMENIDE

Eraclito e Parmenide.

Eraclito e Parmenide sono due filosofi quasi contemporanei, sembrano dire due cose opposte, ma in realtà il loro pensiero ha degli elementi in comune. Il concetto principale delle filosofia di Eraclito è il panta rei, tutto scorre. Questo vuol dire che la materia è un fluido continuo, infatti non ci si immerge mai due volte nello stesso fiume, perché la seconda volta si è una persona diversa da quella che si era la prima volta che ci si è immersi.
Parmenide dice invece che non c'è nulla che divenga, e che chi pensa così è vittima di un illusione perché il vero essere è stabile e non muta. ll divenire, secondo Parmenide, è il passaggio dal non essere all'essere, perché: "Solo l'essere è e non potrà mai non essere, mentre il non essere non è e non potrà mai essere."

Eraclito e Parmenide: le differenze

ERACLITO E PARMENIDE RIASSUNTO

Parmenide e gli altri (Emanuele Severino). Già per i primi filosofi la physis  è l'essere stesso nella sua totalità che, liberato dal mito, si manifesta nella sua realtà e si offre all'ascolto. E' però Parmenide il primo pensatore che nella storia del pensiero conduce una riflessione esplicita sul senso dell'essere. Questo senso emerge dalla contrapposizione dell'essere al niente e, come Eraclito, anche Parmenide riflette esplicitamente sull'opposizione, ma egli si rivolge all'opposizione suprema, quella dove due opposti non hanno alcunché in comune e cioè quella dove uno dei due opposti è l'assolutamente niente, che non trova luogo all'interno dei confini del tutto

ERACLITO E IL TEMPO

La negazione del divenire. Il divenire dell'essere che sembra incessantemente attestato dalle trasformazioni del cosmo è un'opinione senza verità, un'apparenza illusoria di cui si convincono i "mortali" allorché invece di prestare ascolto alla Verità, si persuadono che l'essere possa non essere, ossia che ci possa essere un tempo in cui l'essere non era e un tempo in cui l'essere non sarà. La physis non può dunque essere intesa come ciò da cui provengono e in cui ritornano le cose del mondo visibile.
Già per Anassimandro il divenire cosmico è ingiustizia perché la prevaricazione di qualcosa (il suo distacco dall'"Uno") fa sì che le altre cose non siano; ma per Anassimandro l'ingiustizia del divenire esiste realmente, anzi nel divenire è presente anche il ristabilimento della giustizia che riporta le cose là da dove sono venute.

CONFRONTO TRA ERACLITO E PARMENIDE

Il confronto tra Parmenide ed Eraclito. Eraclito e Parmenide che vengono presentati come archetipi di due mentalità opposte pensano invece secondo un essenziale complementarietà in quanto determinano il significato dell'apeiron di Anassimandro: per Eraclito l'apeiron e l'opposizione, per Parmenide è l'essere, ma si tratta di vedere come le due posizioni debbano essere pensate insieme. La solidarietà dei due pensatori può essere indicata dicendo che sia Parmenide che Eraclito hanno un comune oggetto di indagine che è l'opposizione del positivo e del negativo.  

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