Parmenide: spiegazione

Parmenide e la scuola eleatica: spiegazione di filosofia antica dell'essere parmenideo e "Sulla natura" (3 pagine formato doc)

PARMENIDE, SPIEGAZIONE

Parmenide: la necessità dell'Essere  
Parmenide e la scuola eleatica
PARMENIDE,  MAESTRO   DELLA  SCUOLA ELEATICA, ERA DI FORMAZIONE PITAGORICA
La scuola di Elea,  dominata dalla augusta figura di Parmenide (VI-V secolo), ebbe origine nella città omonima,     sulle coste della Campania,  poco a sud dell'attuale  Salerno.  Di  Elea Parmenide  fu,  oltre che cittadino nobile e     illustre,  anche  legislatore,  secondo la  testimonianza di Plutarco.  Il geografo Strabone,   parlando  di   questa     città,  ci dice:  "vi  nacquero i pitagorici Parmenide e Zenone".  A conferma dell'origine  pitagorica della scuola,     altre testimonianze attribuiscono a Parmenide come maestro proprio un pitagorico, Aminia di Taranto.

Scuola eleatica e Parmenide

SULLA NATURA PARMENIDE, SPIEGAZIONE

Parmenide si esprime in poesia.  Del suo  poema,  al quale fu tardivamente attribuito il  solito titolo Sulla natura, ci sono pervenuti il solenne proemio e alcuni stralci relativamente lunghi, per un totale di 154 versi.
IL SUO POEMA DA' UN FONDAMENTALE CONTRIBUTO ALL'ELABORAZIONE DEL LINGUAGGIO FILOSOFICO
Rappresentante di una cultura aristocratico-sacerdotale,  inserito ancora in una  tradizione orale,  Parmenide     tuttavia  si  sforzò,  nel   suo  poema,  di  elaborare un  nuovo linguaggio  astratto e rigoroso,  diverso da quello     propriamente poetico,  e di congiungere in modo   corretto e coerente i termini del discorso.  Oggi gli storici della filosofia sono  per lo  più d'accordo nell'attribuire un'importanza fondamentale  a quest'opera   nello  sviluppo del     pensiero  occidentale.  In  essa  si  intravedono  alcuni  dei concetti  chiave  della *logica  e  della *metafisica     successive.  Tuttavia essa rimane di assai difficile interpretazione,  non solo per  lo stato frammentario in  cui il     poema ci è arrivato,  ma anche perchè ai tempi di Parmenide (e tanto più in un ambiente  particolare   come   quello     pitagorico)  il messaggio scritto era fortemente collegato all'insegnamento orale nella scuola  e alle  discussioni a     viva voce.
La rivelazione della dea: "è e non può non essere"
Il  proemio del poema parmenideo  sembra  portare l'annuncio solenne  di una nuova  straordinaria verità che una     sapientissima dea avrebbe comunicato al poeta:
Le cavalle che mi portano m'hanno condotto lontano, quanto il mio cuore poteva desiderare; perchè mi hanno portato e deposto   sulla via famosa della Dea,  che sola dirige l'uomo che sa,  traverso ogni cosa.  Lì sono stato condotto;  chè i veloci corsieri mi trasportarono e fanciulle  mi mostravano la  via...  Lì sono i portali da  cui si dipartono  le vie del Giorno e della Notte,  muniti in alto d'un architrave e in basso di una soglia di pietra.  Le porte sono  alte  nell'aria,a due grandi battenti, e la Giustizia vindice tiene le chiavi che le serrano e le disserrano.

PARMENIDE RIASSUNTO

Le  fanciulle le  dissero dolci parole,  e  la  persuasero  argutamente a  togliere  dalle  porte  le  sbarre che le chiudevano.  E quando furono spalancate...

direttamente attraverso le porte le fanciulle spinsero i cavalli col carro:  la Dea mi salutò  con fare   amichevole,  mi prese la destra nelle sue  mani,  e mi disse queste parole:  "Sii  benvenuto,  o giovane, che vieni alla mia dimora sul carro trasportato da aurighi immortali! Non è un tristo destino,  sono la giustizia e la rettitudine che ti hanno messo su questa  strada lungi dal  sentiero battuto dagli  uomini.  Ma occorre che tu sappia ogni cosa,  sia il cuore impavido della verità ben ritonda,  sia le vane opinioni  dei mortali,  che errano  lontani dalla vera fede.

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