Appunti di Storia dell'Estetica
appunti del corso di Storia dell'Estetica "Arte tra follia, sogno e ragione" (15 pagine formato doc)
Appunti di Storia dell'Estetica - Corso di Storia dell'Estetica A Appunti dal corso di Storia dell'Estetica “Arte tra follia, sogno e ragione”, tenuto dalla Dr.ssa M.
Paschi nell' A.A. 1999-2000. A cura di V. Russo. 8/11 Il programma segue un impostazione teoretica più che storica. L'Estetica ha un'importanza che investe tutto il pensiero filosofico: la radice etimologica del termine è comune a quella di “sensazione” ed indica, in genere, il modo di percepire il mondo. Ciò avviene principalmente con lo studio dell'arte, intesa come un modo per rappresentare la realtà:Leggi anche Il significato di estetica
è proprio per questo motivo che la ricerca estetica ha ricevuto un'impostazione gnoseologica (cioè, qualsiasi interpretazione è relativa, soggettiva) piuttosto che ontologica. Di conseguenza non è possibile tralasciare la storicità, l'evoluzione del pensiero interpretativo. Nel corso, si metteranno in relazione i concetti di conoscenza e sopravvivenza; culturalmente si condanna il dualismo reale- teorico, corpo- spirito, considerato obsoleto e non più adatto alla sopravvivenza moderna. Tale dualismo, infatti, è riferibile a modelli storici che vengono completamente messi in discussione nella realtà socioculturale, dove il concetto di “giusto” è molto complesso, e nella filosofia contemporanea, dove manca qualsiasi riferimento assoluto.
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Qual è, quindi, il ruolo dell'arte? Il punto è che nell' espressione artistica si è sempre avuta massima libertà espressiva, e da qui si può partire per indagare, appunto, il modo di percepire il mondo e le differenze tra la visione “normale” e quella “deviata”, ricercando il confine tra immaginazione e realtà, pensiero e follia. 9/11 Uno dei tre punti principali del corso, il terzo, riguarda la divisione netta, avvenuta storicamente fra ragione e follia (Foucault pensava che nell'età classica, cioè nei secoli XVII-XVIII, sia individuabile l'acme della concezione dualistica, con la conseguente perdita della drammaticità della pazzia).
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Kant scrisse un saggio sulle malattie mentali (prima della “Critica alla ragion pura”) nel quale notava l'inesistenza di una divisione netta fra le “facoltà dell' anima” razionali ed irrazionali. Il quarto punto fondamentale di discussione consiste nella totale mancanza, nel dibattito filosofico contemporaneo, di un qualsivoglia modello di riferimento assoluto, al contrario della filosofia antica (Platone). Dilthey, esponente della gnoseologia ottocentesca, ha un pensiero interessante, sia visto dall'ottica romantica, sia da quella, più moderna, del positivismo: