Della certezza di Ludwig Wittgenstein: analisi

Analisi filosofica del senso comune, dai testi raccolti dagli appunti di Wittgenstein pubblicati postumi in "Della Certezza" (4 pagine formato pdf)

Appunto di ceccodario

DELLA CERTEZZA DI LUDWIG WITTGENSTEIN: ANALISI

Della certezza di Ludwig Wittgenstein - Della CertezzaLudwig Wittgenstein (1949-51).

Dario Cecchini. 1. L'apologia del senso comune di G. E. Moore
I testi raccolti dagli appunti di Wittgenstein tra il 1949 e il 1951 – pubblicati dai curatori con il titolo 'Della Certezza' – racchiudono una sorta di commentario dell'autore ai due saggi di George Edward Moore: Proof of the External World (1925), Defence of Common Sense (1925). Nei due articoli, verso i quali Wittgenstein mostrò un certo interesse e apprezzamento, Moore aveva cercato di confutare varie tesi scettiche e idealiste contrapponendo una visione del mondo propria del senso comune, secondo l'autore autoevidente e non negabile.

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DELLA CERTEZZA.
L'ANALISI FILOSOFICA DEL SENSO COMUNE

Moore si rivolge presumibilmente ai filosofi sostenitori di uno scetticismo radicale, il quale mette in dubbio alcune presunte certezze come ad esempio che esista un mondo esterno o che io abbia un corpo. Anche l'idealismo – secondo il quale ogni fatto fisico è riducibile a fatti mentali – è un bersaglio polemico del testo di Moore. In Difesa del senso comune, l'autore enuncia una serie di verità certe ed evidenti di per sé, detti 'truismi'. La prima classe di truismi (1) contiene affermazioni quali: 'Esiste al presente un corpo umano vivente, che è il mio corpo...', 'Io sono un essere umano e da quando il mio corpo è nato ho
avuto molte esperienze differenti, fra le quali l'esistenza di altri esseri umani...'.

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DELLA CERTEZZA WITTGENSTEIN RIASSUNTO

La seconda classe di truismi (2) sostanzialmente universalizza i truismi (1) affermando che il senso comune sa che 'Moltissimi esseri umani credono di sapere con certezza le proposizioni (1) su loro stessi'. Moore sottolinea due aspetti di queste proposizioni certe, “interamente vere”: (A) non si tratta di roposizioni squisitamente filosofiche come 'Esistono lo spazio e il tempo', 'Esiste la materia' (proposizioni che secondo l'autore sono tutt'altro che certe), bensì di enunciati che qualunque uomo non dedito alla filosofia potrebbe pronunciare; un'eventuale domanda su tali questioni non richiede – contrariamente a quanto sostengono i filosofi scettici o idealisti – risposte articolate o filosofiche, in realtà informazioni del genere sono talmente radicate e presupposte nei discorsi quotidiani che una loro affermazioni risulterebbe superflua. Lo scetticismo secondo l'autore sarebbe perciò autocontraddittorio poiché nell'enunciare le proprie tesi fa necessariamente riferimento ai truismi (1) e (2) che cerca di negare.