La filosofia tra '800 e '900

Kant, Fichte, Hegel, Schelling, Shopenhauer, Marx, Comte (positivismo), Darwin, Spencer, Kierkegaard, Nietzsche, Freud, Bergson, Rosmini, Croce e lo storicismo (17 pagine formato docx)

Appunto di scajax
Il pensiero di Kant, sebbene superi in profondità le dottrine tipiche dell’Illuminismo, non per questo ha molto in comune con le filosofie nate sotto il segno del Romanticismo e in specie con l’idealismo.
La filosofia di Kant ha un’impostazione critica e analitica; essa infatti vuole sottoporre a giudizio la stessa ragione e valutarne possibilità e limiti in tutti i campi in cui essa opera; è analitica, perché vaglia con accuratezza il contenuto dell’esperienza umana.

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Il pensiero idealistico invece ha un’impostazione metafisica e sintetica. Esso muove da un principio unico e sovraindividuale (io, assoluto, idea), che diviene tutta la realtà e tutto spiega.
Questa filosofia è sintetica e creatrice, in quanto il principio universale a cui si richiama produce sia il metodo sia il contenuto su cui esercita la sua azione; questo principio non conosce condizioni o limiti.

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La categoria chiave per intendere il pensiero di Kant è la possibilità, quella propria dell’idealismo è la necessità.
Significativo è al riguardo che Kant distingua sempre le leggi universali e necessarie della scienza dalle esigenze soggettive, per quanto connaturali all’uomo, quali le idee della ragione e il concetto di finalismo.

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Non meno tipica per converso è la nozione che Hegel ha della dialettica, già presente in Fichte: non più una tecnica preziosa per smascherare le illusioni della ragione, ma l’infallibile e necessitante legge della stessa ragione, la quale non è per Hegel una semplice facoltà umana, ma “la certezza della coscienza di essere tutta la realtà”.