La filosofia di Kierkegaard in breve
La sua filosofia riassunta e schematizzata ed introduzione. Le opere principali furono “Aut-aut”, “Il concetto dell’angoscia”, “Timore e tremore”, “Briciole di filosofia”, “La malattia mortale”, “Diario”. (2 pagine formato doc)
KIERKEGAARD kierkegaard introduzione Nasce in Danimarca nel 1813, muore nel 1855 (vita breve).
Ebbe una vita normalissima e semplice, il che contrasta con la complessità delle sue esperienze interiori. E' l'ultimo figlio di un commerciante e di una cameriera; ebbe un'infanzia infelice, segnata da una educazione rigida e molto religiosa. Cresciuto si iscrive alla facoltà di teologia di Copenaghen, ma dopo una serie di lutti famigliari il rapporto col padre si rompe, e nasce il K. una crisi sfiducia religiosa. Prova a darsi quindi a una vita di tipo estetico, ma dopo aver commesso una colpa inconfessabile si autopreclude una vita normale, il matrimonio e la carriera di pastore. Alla morte del padre (1838) si impegna a completare gli studi e si fidanza con una giovane borghese, Regine Olsen, ma poi di nuovo e improvvisamente abbandona tutto. Dedicherà il resto della sua vita alla scrittura e ad attaccare la Chiesa e il liberismo. Le opere principali furono “Aut-aut”, “Il concetto dell'angoscia”, “Timore e tremore”, “Briciole di filosofia”, “La malattia mortale”, “Diario”. E' un filosofo particolare, al di fuori delle correnti del tempo perché il suo pensiero è originale. Lo possiamo comunque collocare tra i filosofi della reazione anti-hegeliana. Muove infatti molte critiche a Hegel: Si schiera contro il suo razionalismo. Secondo lui la pretesa di identificare il reale col razionale è assurda perché l'esistenza non si lascia costringere entro categorie logiche e aprioristiche, anzi l'esistenza è un processo aperto, in continuo cambiamento. E' quindi anche contro il panlogismo e il pandeduttivismo hegeliano. Contro il suo ottimismo. Secondo lui nella dialettica hegeliana gli opposti possono conciliarsi solo perché la loro opposizione è apparente, ma nella realtà (nell'esistenza reale) le opposizioni sono spesso inconciliabili. Nella realtà si deve scegliere tra alternative opposte, cioè di tipo aut-aut. Contro il suo universalismo. Hegel aveva infatti “sacrificato il singolo sull'altare dell'assoluto”, mentre K. è il filosofo della singolarità, che esalta il singolo individuo. Contro il suo immanentismo, cioè la pretesa di considerare l'assoluto immanente alla storia. Per K. infatti l'assoluto (identificato con Dio) è totalmente trascendente alla storia, alla realtà e all'uomo. Tra finito e infinito esiste un abisso che solo una scelta di fede radicale e caratterizzata dal paradosso può superare. Contro una filosofia di tipo sistematico. K. elabora un pensiero del tutto asistematico, cioè una serie di riflessioni sparse, non oggettive, che hanno come tema l'esistenza. In queste riflessioni egli fa uso della pseudonimia (utilizza degli pseudonimi nei suoi scritti) e della polinimia (per evidenziare diverse dimensioni dell'esistenza nelle sue opere utilizza personaggi diversi). La sua filosofia K. elabora la sua filosofia rifacendosi a Gesù e a Socrate. Questa filosofi