Filosofia morale: definizione

Piccola introduzione sul significato della filosofia morale, la filosofia morale da Kant a Gregoir e da Hume a Rousseau. Definizione di filosofia morale (2 pagine formato doc)

Appunto di 6pastorale

FILOSOFIA MORALE: DEFINIZIONE

I termini “morale” e “filosofia morale” sono ben distinti.

La definizione che ne daremo è provvisoria e pericolosa. E’ provvisoria perché la morale è qualcosa in continua evoluzione, e non è dunque facile definirla. E’ una difficoltà storica, alla quale se ne aggiunge una teorica. Nella Critica (1781) Kant sostiene che una definizione si può dare solo alla fine.
Mentre in matematica le definizioni vanno date all’inizio, in filosofia vanno invece date alla fine.
Nell’attività umana sono riconoscibili un aspetto teorico e uno pratico. Ma anche l’aspetto teorico, il sapere, rivendica un valore pratico. D’altra parte la prassi abbisogna di una teoria retrostante. Una cosa è innegabile: la morale riguarda il livello dell’azione pratica del comportamento umano e il suo giudizio. Ma questo vale per ogni comportamento umano o solo per alcuni? In realtà ci sono comportamenti che, a seconda delle condizioni, possono essere o non essere definiti della morale.

La filosofia dialogica di Buber, riassunto

FILOSOFIA MORALE COS'E'

Allora la morale riguarda l’azione umana quando viene indirizzata e giudicata in base a certi valori, a certe convinzioni. Si tratta allora di vedere cosa siano questi valori e che natura abbiano: sono naturali o storici, universali o particolari? La filosofia morale non può e non deve determinare il contenuto di questi valori.
Kant insiste sul rigore dell’analisi della morale. Parla addirittura di Wissenshaft, di scienza. Il problema è: è applicabile la scienza alla morale? Quali  rapporti ci sono tra morale e scienza? Molti contemporanei tentano di dare un criterio scientifico alla morale. I criteri sono quelli dell’oggettività e della pura osservazione. Si tratta di un atteggiamento positivista, che pone dunque delle questioni concernenti l’oggettività della scienza. L’idea dei positivisti è che la morale non può basarsi su se stessa, perché in tal modo risulta nebulosa.

MORALE SIGNIFICATO

Questa critica è rivolta anche a Kant, che andava alla ricerca di una teoria della morale. Parlare di morale significa parlare di scienza della morale. Ma è possibile fare questo? Gregoir dice che vi sono delle morali cosiddette scientifiche. L’esempio portato da Gregoir è quello della fondazione della termodinamica. Secondo questa teoria bisogna sottolineare il concetto di rendimento. E’ un’impostazione di tipo utilitaristico, e viene ad essere l’unica teoria scientificamente fondata. Un altro esempio è quello di Purkheim, che fonda la morale sulla sociologia. Ma vi sono altri autori che sostengono l’autonomia della morale: Rousseau e Hume. Questi autori sottolineano la centralità del sentimento. Anche Kant, nelle Lezioni di etica (ca. 1775), sottolinea l’importanza dello stato d’animo in rapporto alle condizioni esterne. Le morali di questo tipo, basate sulla psicologia, meritano un grosso interesse. Inoltre esse vengono in contatto anche con gli autori del nostro corso. Il rischio è quello di cadere nello scientismo: si esaminino per esempio i legami tra morale e biologia in Freud e in Cesare Lombroso. Considerare scientifici entrambi questi autori diventa pericoloso. Si tratta di guardarsi dagli eccessi.