Filosofia: significato e storia

Significato e storia della filosofia antica, Talete, Anassimene, Anassimandro, la scuola pitagorica, la scuola eleatica, la sofistica, Socrate, Democrito, Protagora, Gorgia e Platone (10 pagine formato doc)

Appunto di maiese22

FILOSOFIA SIGNIFICATO

Filosofia.

Il termine filosofia significa amore per il sapere. La filosofia in sostanza viene a trovarsi ala base di tutte le discipline perché noi sappiamo in effetti che l’amore per il sapere è indirizzato verso tutte le discipline. Il mondo del sapere riguarda l’uomo. Ora chiaramente il problema che si è sempre posto è il problema di capire donde derivasse la realtà che lo circonda.
In poche parole di andare alla ricerca di una unità di principio da cui potesse derivare la realtà. La ricerca di questo principio primo, la cosiddetta ricerca dell’Archè,  che vuol dire appunto principio primo di tutta la realtà. I primi filosofi hanno cercato di dare una risposta all’interrogativo: che essendo la realtà che ci circonda, la realtà, la natura, l’universo, tutto ciò che ci circonda, essendo una realtà molteplice, il problema era quello di andare ala ricerca di un principio da cui poteva essere generata tutta la realtà. Se, per esempio, noi parliamo dal punto di vista cristiano allora il cristiano quando parla di realtà e gli si chiede, risponde che tutta la realtà deriva da un principio unico che è Dio.

I filosofi naturalisti: elenco e caratteristiche

FILOSOFIA COS'E'

La terza domanda riguarda l’origine della realtà, è una domanda antichissima, i primi che cercavano di dare una concretezza, una risposta furono proprio i primi filosofi i cosiddetti filosofi fisici o naturalisti. Fisici o naturalisti perché da greco Fisis che significa natura. Per questo questi primi filosofi iniziarono a porsi questa domanda: che cosa fosse questa natura, donde derivasse? E la tradizione ci ricorda che i cosiddetti filosofi della Ionia che furono: Talete, Anassimandro e Anassimene. Ora questi filosofi, appunto perché desiderosi di sapere, appunto perché amanti della scienza, si posero delle domande filosofiche su che cosa fosse ciò che circonda l’uomo e tutti e tre andarono alla ricerca di un principio unico, di una causa di tutta la realtà, causa intesa come lettera maiuscola perché essendo la causa di tutta la realtà chiaramente non aveva altre cause. Perché noi quando parliamo di principio di qualcosa significa inizio di qualche cosa. Significa che prima di questo inizio non c’era niente. Allora questo principio primo, questa causa di tutta la realtà, questo famoso Archè.

COSA STUDIA LA FILOSOFIA

Il primo dei filosofi che la tradizione ricorda è appunto Talete. Talete oltre ad essere un filosofo era anche una matematico. Talete volendo andare alla ricerca di una principio primo. Talete lo individuò nell’acqua perché in effetti Talete notava che tutto ciò che è vivo è umido mentre tutto ciò che è morto è secco, quindi significava che l’acqua in effetti è il principio della vita e di conseguenza il principio di tutta la realtà. L’acqua è indicata con la lettera maiuscola perché essendo principio di tutta la realtà, questo principio non si esaurisce mai, questo principio è eterno, un principio che sempre è stato ed è il cosiddetto eterno presente. Significa che è un principio che non è stato perché se fosse stato significa che adesso non ci fosse più, non può essere futuro perché significherebbe che non c’è ancora, e poiché questo principio è sempre, è eterno presente. Non c’è dubbio che nella filosofia antica non esisteva il concetto di creazione ma esisteva solo di generazione perché creare significa fare dal nulla ma poiché per gli antichi greci valeva il motto nulla si crea e nulla si distrugge ma tutto si rigenera chiaramente questo principio primo non è un principio creato ma generato dalla realtà.

TALETE

Tanto è che  per Talete questo principio è un principio che non avrà mai fine. Anassimandro afferma che il principio di tutta la realtà è l’indefinito, un concetto filosofico dettato dal fatto mettendo la realtà indefinito un concetto dettato indefinito con la lettera maiuscola perché se l’effetto è indefinito anche la causa è indefinita. Anassimene dice che è l’indefinito però è anche l’aria in quanto è rarefatta diventa vento che da origine alla nuvole che danno origine alla pioggia, c’è tutto un processo che vede come principio unico l’aria. Quindi vede nell’aria il famoso pneuma in greco. Talete, Anassimandro e Anassimene sapevano che tutte e tre questi principi erano importanti però ognuno di loro dava ad uno di essi maggiore importanza. Gia i primi filosofi si pongono questi problemi. Quando parliamo di problemi, parliamo logicamente di quelli che sono i compiti della filosofia. Il primo compito è quello di scoprire il rapporto che esiste tra il mondo e l’uomo...

FILOSOFIA: LA SCUOLA SOFISTICA

Nel V secolo iniziamo ad assistere ad un mutamento in tutti i campi perché ad Atene si era consolidato un regime democratico. La ricerca si sposta dal mondo naturale al mondo umano, c’è un periodo umanistico dove l’attenzione si rivolge verso l’uomo con il rapporto con la vita collettiva. Viene definito un animale politico cioè stare insieme. Ad Atene ci si rende conto che non si può avere una dipendenza con la natura perché la condizione essenziale di essere uomo è quella di stare insieme. Vi è qui la tendenza a spiegare il rapporto che si ha tra l’uomo e le sue leggi che vengono viste come frutto del reparto dell’uomo e l’uomo prende conoscenza del fatto che le leggi possono mutare. È chiaro che questo fatto mette in crisi i valori tradizionali politici, religiosi.  Stimolano i cittadini ad emergere, la ragione per la quale nacquero i sofisti ( colui che sa ) aveva un significato dispregiativo. Platone li definiva mercanti del sapere, provenivano da diversi posti di Atene erano maestri di eloquenza alcuni curavano la forma, il modo di parlare altri invece li rendevano più volgari. Per i sofisti la ragione non è più il Logos, perché per loro la ragione risiede nell’uomo e nei suoi problemi, in effetti l’uomo imparerà a muoversi delineando una nuova immagine.  

FILOSOFIA: PROTAGORA E GORGIA

Nella sofistica noi dobbiamo distinguere due filosofi da una parte Protagora e dall’altra Gorgia. Il periodo, grosso modo, è intorno al V secolo. Protagora fu accusato di empietà, fu accusato di essere un empio, diremo oggi un bestemmiatore, perché le sue opere riguardavano gli dei, e noi non sappiamo ne se ci sono e ne il contrario quindi noi non conosciamo nemmeno la natura delle divinità perché in effetti in noi esistono molte difficoltà a poter comprendere la natura di un qualcosa di carattere metafisico. Anche perché in effetti per Protagora la brevità della vita non ci consente di poterci interessare di questi problemi metafisici. Quindi è inutile andare al dei nostri sensi. Dice Protagora che l’uomo è misura di tutte le cose di quanto sono in quanto sono e di quelle che non sono in quanto che non sono.