Heidegger e il concetto di tempo, morte ed esistenza

i temi esistenziali affrontanti da Martin Heidegger in "Essere e tempo" e in "Il concetto di tempo" (5 pagine formato pdf)

Appunto di ceccodario

Martin Heidegger e il concetto di tempo, morte ed esistenza - Essere, esistenza e tempo in Martin Heidegger
Critica alla metafisica moderna.

La riflessione teorica di Heidegger di “Essere e Tempo” (1927) si presenta come un grande
tentativo di cesura con la metafisica moderna occidentale, alla quale l'autore contesta il fatto di aver ridotto l'essere ad ente (essere determinato) attraverso un modo di fare ontologia basato sul principio di ragione concettualizzante.

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Le principali conseguenze “nichilistiche” (fra di loro intrecciate) derivate da tal modo di pensare l'essere possono essere riassunte in questi punti che Heidegger individua:
- Riduzione dell'uomo a soggetto pensante – ciò che Heidegger fa notare è che tutta la filosofia moderna si fonda su un'ontologia della soggettività; da Cartesio in poi il soggetto immanente non viene visto solo come il fondamento epistemologico bensì anche come sede essenziale del reale: esso infatti è “una cosa che pensa”, una sostanza il cui unico essere consiste nel ragionare, concettualizzare, determinare, predicare, rappresentare.
La conoscenza è il suo unico modo di essere.

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- Riduzione del mondo ad oggetto – se il soggetto è “res cogita”, l'essenza del mondo, derivando l'essere dal soggetto, sarà la sua rappresentabilità, concettualizzabilità, in altre parole il suo essere oggetto del soggetto ragionante; di conseguenza il fenomeno del mondo è ridotto inadeguatamente ad un'immagine appiattita, una mera presenza “sotto-mano” che il
soggetto fronteggia

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- Riduzione della verità ad adaequatio – da una tale “ontologia della conoscenza” del dualismo soggetto-oggetto, ne consegue che pure la nozione di verità (“aletheia”) viene schiacciata a quella di certezza, evidenza: concordanza della conoscenza con la cosa