Kant: mappa concettuale
Mappa concettuale e riassunto sul filosofo immanuel kant (1 pagine formato doc)
Mappa concettuale su Kant - introduzione. La filosofia di Immanuel Kant si propone due obiettivi: (a) mostrate l’oggettività e la necessità della scienza moderna della natura e (b) fondare in modo rigoroso la morale.
Nel farlo, Kant muove da un principio fondamentale. Espresso dall’immagine della “rivoluzione copernicana”: la conoscenza della realtà non dipende dall’adeguamento del soggetto all’oggetto, ma, al contrario, dalle facoltà e dalle forme presenti nello stesso soggetto conoscente.
Leggi anche: Kant, riassunto dettagliato
Nasce qui la suddivisione della teoria Kantiana secondo le tre facoltà fondamentali del soggetto:
a) la sensibilità, con cui gli oggetti ci sono dati (è la capacità di ricevere rappresentazioni, mediante il modo in cui siamo affetti dagli oggetti; lo spazio e il tempo sono le forme pure dell’intuizione, che è la conoscenza che si rapporta in modo immediato agli oggetti della conoscenza)
b) l’intelletto, grazie al quale li conosciamo (è la facoltà del pensare, che unifica mediante le categorie (concetti puri) il molteplice dell’intuizione sensibile, o sensibilità)
c) la ragione (I termine è usato da Kant in tre accezioni: (1) in senso ampio, come fonte di tutti gli elementi a priori della conoscenza; (2) in un senso più ristretto, come sinonimo di intelletto; (3) in senso specifico, come la facoltà di pensare l'incondizionato andando oltre i confini dell'esperienza).
Per approfondire: L'estetica di Kant
Quest’ultima (la ragione) si esprime in due dimensioni: la ragion pura “contiene i principi che permettono di conoscere qualche cosa esclusivamente a priori” (essa è teoretica o speculativa, quando concerne la conoscenza): la ragion pratica è tale quando è considerata come fonte delle leggi della vita morale. E se nella conoscenza della natura – quando pretende di oltrepassare i limiti dell’esperienza – la ragione può condurre ad errori, nel campo della morale la ragione è l’assoluta legislatrice.
Intelletto e ragione fondano pertanto il mondo della NATURA e quello della MORALE.
Al Giudizio (o facoltà di giudicare) spetta il compito di conciliare le rispettive leggi.
Nel farlo, Kant muove da un principio fondamentale. Espresso dall’immagine della “rivoluzione copernicana”: la conoscenza della realtà non dipende dall’adeguamento del soggetto all’oggetto, ma, al contrario, dalle facoltà e dalle forme presenti nello stesso soggetto conoscente.
Leggi anche: Kant, riassunto dettagliato
Nasce qui la suddivisione della teoria Kantiana secondo le tre facoltà fondamentali del soggetto:
a) la sensibilità, con cui gli oggetti ci sono dati (è la capacità di ricevere rappresentazioni, mediante il modo in cui siamo affetti dagli oggetti; lo spazio e il tempo sono le forme pure dell’intuizione, che è la conoscenza che si rapporta in modo immediato agli oggetti della conoscenza)
b) l’intelletto, grazie al quale li conosciamo (è la facoltà del pensare, che unifica mediante le categorie (concetti puri) il molteplice dell’intuizione sensibile, o sensibilità)
c) la ragione (I termine è usato da Kant in tre accezioni: (1) in senso ampio, come fonte di tutti gli elementi a priori della conoscenza; (2) in un senso più ristretto, come sinonimo di intelletto; (3) in senso specifico, come la facoltà di pensare l'incondizionato andando oltre i confini dell'esperienza).
Per approfondire: L'estetica di Kant
Quest’ultima (la ragione) si esprime in due dimensioni: la ragion pura “contiene i principi che permettono di conoscere qualche cosa esclusivamente a priori” (essa è teoretica o speculativa, quando concerne la conoscenza): la ragion pratica è tale quando è considerata come fonte delle leggi della vita morale. E se nella conoscenza della natura – quando pretende di oltrepassare i limiti dell’esperienza – la ragione può condurre ad errori, nel campo della morale la ragione è l’assoluta legislatrice.
Intelletto e ragione fondano pertanto il mondo della NATURA e quello della MORALE.
Al Giudizio (o facoltà di giudicare) spetta il compito di conciliare le rispettive leggi.