Martin Heidegger: Essere e tempo spiegazione

Sintesi e spiegazione dell'opera "Essere e tempo" di Martin Heidegger (10 pagine formato doc)

Appunto di una

MARTIN HEIDEGGER: ESSERE E TEMPO SPIEGAZIONE

Sein und Zeit: Martin Heidegger. L’essere non è un ente, ma ciò che determina l’ente come ente, sul cui fondamento l’ente può essere compreso.
Il problema dell’essere ha la struttura di ogni problema in generale, è articolato su tre termini:
1.    Il cercato
2.    L’interrogato
3.    Il ri-cercato.
Nel nostro problema:
- Il cercato è l’essere;
- L’interrogato è l’ente, giacché l’essere è sempre essere di un determinato ente;
- Il ri-cercato è il senso dell’essere.

Essere e tempo di Heidegger: riassunto

HEIDEGGER, ESSERE E TEMPO: SINTESI

L’ente che tra i molti possibili è l’interrogato è l’ente che già-da-sempre noi siamo e che tra le possibilità di essere ha quella del ricercare, cioè l’EsserCi.
L’EsserCi ha, proprio per quel suo carattere, una preminenza ontologica.

Essa gli deriva dalla sua essenza fenomenologica: esso è la condizione trascendentale di qualunque manifestarsi.
Ha anche una preminenza ontica: esso è l’ente che in qualche modo si comprende entro i limiti del suo essere. Nella comprensione del proprio essere ne va radicalmente dell’EsserCi, nel suo stesso essere.
L’essere dell’EsserCi è un auto-comprendersi.

Essere e tempo: spiegazione e riassunto

SPIEGAZIONE ESSERE E TEMPO

Il metodo dell’indagine è quello fenomeno-logico. Fainomenon deriva da fainestai, la cui radice è fa e significa (da fos) messa in luce, manifestazione.
Logos è radicalmente discorso apofantico (apo= a partire da…); discorso in cui ciò che è detto deve essere tratto fuori da ciò che si manifesta.
La fenomenologia è dunque la disposizione consistente nel lasciar vedere da se stesso ciò che si manifesta, così some esso da se stesso si manifesta.
Essa non tematizza un che cosa, ma un come; il come radicale, senza cui nessun quid appare.
Senza fenomenologia non c’è ontologia possibile. L’essere dell’EsserCi è esistenza. Esistere viene da ex- sistere e significa protensione, trascendimento, problematicità, indeterminazione; o anche intenzionalità. Aver-da-essere.

Heidegger: riassunto

ESSERE E ESSERCI

In senso tradizionale l’esistenza è attribuita agli enti differenti dall’EsserCi; ma più propriamente l’essere loro dovrebbe qualificarsi come in-sistenza.
L’EsserCi è la sua possibilità. La possibilità esistenziale non ha nulla a che vedere con la possibilità logica (=mancanza di contraddizione), né con la contingenza inerente alle cose (=indifferenza di essere-così o essere-non-così). La possibilità che sta innanzi all’EsserCi lo determina radicalmente, più assai di ogni realtà. L’essere possibile costitutivo dell’EsserCi è auto comprensione nel proprio essere. Nella comprensione ne va dell’essere suo. L’EsserCi è un ente che comprendendosi nel proprio essere, a questo essere si rapporta. La determinazione più squisitamente esistenzialistica dell’EsserCi è infine quella che Heidegger chiama la Jemeinigkeit (da je= sempre, mein=mio, keit suffisso categoriale): l’essere per cui ne va sempre dell’Esserci è sempre mio.